“Conoscersi a tavola”: indagine sugli anziani soli

Quattrocento questionari raccolti da Auser Toscana

Conoscersi a tavola

Conoscersi a tavola

Sono circa 400 i questionari raccolti in Toscana dalle Associazioni di base coinvolte nel Progetto nazionale “Conoscersi a Tavola”. L’obbiettivo dell’indagine è stato quello di intercettare le abitudini e i bisogni di quelle persone, prevalentemente anziane, che vivono sole o in stato di sporadico collegamento con la rete associativa di Auser Toscana, che è comunque ampiamente presente nella nostra Regione. «Da una prima elaborazione dei dati raccolti - spiega Renato Campinoti, vicepresidente di Auser Toscana - si può intanto affermare che il target delle persone coinvolte, con la maggioranza di esse di età compresa tra i 65 e gli 84 anni di età, coincide con gli obbiettivi che la ricerca si era proposta. La metà degli interpellati vive in stato di solitudine e, di conseguenza, è lui (lei) stesso che provvede a fare la spesa e a cucinare il proprio pasto».

Passando in rassegna le risposte sulle caratteristiche del pranzo e sulla qualità degli alimenti, la maggioranza degli interpellati ha risposto di consumare i pasti in tempi ristretti (non oltre i 15/20 minuti) e una parte di essi fuori della tradizionale tavola da pranzo. Questo però non interferisce né sull’interesse verso la conoscenza dei prodotti acquistati (come la semplice lettura delle etichette) né, soprattutto, sul miglioramento della qualità degli alimenti. Anzi, la qualità dei prodotti fa pari con la risposta relativa all’interessamento al minor costo dei prodotti medesimi. «Le risposte più interessanti – prosegue Campinoti - riguardano la dichiarata disponibilità della metà degli interpellati di essere disponibili ad andare oltre la semplice risposta al questionario e a essere favorevole a partecipare sia a eventuali incontri conviviali che a momenti di approfondimento su vari temi come la qualità dell’alimentazione, il suo rapporto con l’assorbimento di farmaci, il rapporto tra alimentazione e attività fisica degli anziani (scarsamente praticata secondo le risposte al questionario). A entrare, insomma, in una logica di qualità della vita».

Un’organizzazione di volontariato finalizzata ad un invecchiamento sano e attivo quali conclusioni può trarre da queste informazioni, soprattutto in una regione, come la Toscana, con la più alta aspettativa di vita della popolazione? In poche parole come entra in gioco Auser? «La prima considerazione che viene da fare - spiega Campinoti - riguarda il fatto che tale Progetto, pur realizzato solo da 6/7 Associazioni di base, ha dimostrato quanto ampio sia lo spazio di collegamento con settori e strati della popolazione anziana che la solitudine e le difficoltà di questi anni hanno messo ai margini della vita sociale. L’altra considerazione, conseguenza della precedente – aggiunge il vicepresidente toscano di Auser -, riguarda la necessità di dare corso allo sviluppo di iniziative simili in altre realtà, soprattutto in quelle dove in questi ultimi anni si sono rilevate le maggiori difficoltà di rapporto con la popolazione, di quella anziana in particolare, e che potrebbero ricavare, da una tale iniziativa, nuova linfa e nuovo slancio. Naturalmente è importante che, in collegamento con Auser Nazionale, titolare del Progetto approvato dal Ministero del Lavoro, si sviluppino nelle realtà che hanno provveduto a raccogliere i questionari, momenti di convivialità. Come è già avvenuto a Pergine e Laterina in Valdarno, devono essere mirati soprattutto a coloro con cui siamo entrati in contatto, valutando la possibilità di costituire gruppi di lavoro che diano corso ai vari momenti di sviluppo delle iniziative di approfondimento su tali temi».