Le sfide delle aziende Tessile in buona salute "Ora c’è da spingere su digitale e green"

Daniele Matteini, presidente Confindustria Toscana Nord, vede positivo "Una delle partite più significative per Prato si gioca sulla normativa europea sugli scarti di lavorazione e post consumo. Vietato sbagliare" .

Le sfide delle aziende  Tessile in buona salute  "Ora c’è da spingere  su digitale e green"
Le sfide delle aziende Tessile in buona salute "Ora c’è da spingere su digitale e green"

Qual è lo stato di salute del distretto tessile?

"Complessivamente buono. Gli ultimi dati si riferiscono alla chiusura del 2022 e possono dirsi positivi nonostante gli incrementi dei costi di energia, materie prime, trasporti e servizi che, soprattutto in alcune fasi della filiera, hanno ridotto la marginalità. La media dell’anno è stata per il tessile di +8,7%. Negli ultimi mesi del 2022 e l’inizio del 2023 tuttavia si registra qualche segno di rallentamento, anche se in maniera diversa a seconda delle tipologie merceologiche e dei mercati di riferimento. Il tessile di Prato comunque c’è, con competenze e capacità straordinarie".

Quali sono le sfide del 2023?

"Dividerei in due le considerazioni: le sfide che non dipendono dal mondo delle imprese e quelle che invece attengono alle loro dirette possibilità di manovra. Fra le prime ci sono la guerra, che incide ben al di là degli effetti diretti: il clima di incertezza e di inquietudine non giova alla vivacità dei mercati. Anche le recenti turbolenze della finanza internazionale non vanno certo ad alimentare la fiducia dei consumatori, oltre a creare preoccupazione per un ambito cruciale come quello del credito. Poi ci sono i temi di livello europeo, nazionale e locale: dal cuneo fiscale al mercato del lavoro, dalle infrastrutture alla burocrazia, l’elenco sarebbe davvero lungo. Una delle partite più significative per Prato si gioca sulla nuova normativa europea sul tessile, in corso di definizione e molto incentrata sui temi della sostenibilità, dall’ecodesign al fine vita dei prodotti. Stiamo vigilando perché il vantaggio di cui gode Prato su questi aspetti – dal riciclo a pratiche virtuose più recenti - risulti valorizzato e non sminuito dalle nuove regole. Quanto a ciò che possono fare direttamente le imprese tessili di Prato, credo che la sfida forse più grande sia far percepire fino in fondo il loro valore presso i mercati, anche e soprattutto in tema di sostenibilità".

E’ da poco finita la stagione delle fiere invernali: i contatti si sono poi trasformati in ordini?

"Non c’è mai un automatismo assoluto in questi processi. Le fiere comunque hanno lasciato le aziende complessivamente soddisfatte, sia come grandi esposizioni sia come eventi promozionali di nicchia, in alcuni casi concepiti e realizzati dalle aziende stesse e da loro strutture consortili come Consorzio Promozione Filati e Pratotrade".

Quali strumenti si possono mettere in campo per contrastare la cronica carenza di manodopera specializzata?

"Servono molte cose per ovviare al problema, che peraltro colpisce tutto il manifatturiero, e non solo in Italia. Il sistema pubblico che governa il mercato del lavoro – lo citavo prima fra i fattori di contesto vitali per le imprese - necessita di una profonda revisione che lo renda efficace; la scuola, almeno negli indirizzi di maggior vicinanza alle professioni spendibili in azienda, deve formare i giovani in maniera coerente con le competenze che effettivamente occorrono, cosa che non sempre avviene; le aziende devono sapersi rendere interessanti, oltre a collaborare con le scuole stesse e le istituzioni. Il tema ha comunque una matrice che è in primo luogo culturale, informativa, sociale: dobbiamo far capire – tutti, le imprese stesse ma non solo – che lavorare nel tessile è bello, stimolante, associato al prestigio del made in Italy. E anche che il lavoro nel manifatturiero, tessile incluso, è buona occupazione, con caratteristiche di stabilità e livelli retributivi di tutto rispetto. Confindustria Toscana Nord lavora molto su questo piano, con il progetto ’E’ di moda il mio futuro’ e con molte altre iniziative"

La crisi energetica sembra superata, ma è davvero così?

"Il superamento è in sostanza un assestamento su livelli di prezzo comunque molto più alti del pre-crisi. Di questo non bisogna mai dimenticarsi. Non è da escludere qualche scossone anche per il futuro, ma a oggi niente lo fa presagire".

Quali sono le sfide che attendono il distretto in futuro e cosa chiedete alle istituzioni politiche?

"Non c’è molta differenza rispetto a quanto dicevo per il 2023. E già questo mi pare significativo: quello che occorre è chiaro da lungo tempo, bisogna ’solo’ farlo in maniera rapida e profonda, anche e soprattutto quando si tratta di problemi letteralmente incancreniti. L’ho sottolineato nella nostra ultima assemblea, che non a caso partiva dall’affermazione che il futuro è oggi. Le imprese devono poter operare in un contesto moderno, ben infrastrutturato, con servizi efficienti, carichi fiscali equi, norme chiare e univoche, una burocrazia non soffocante, una giustizia che funzioni. Suona come un libro dei sogni, ma non lo è: basta crederci e procedere nella giusta direzione".

re.po.