Il miracolo di Santa Luce. Lago Solvay oasi naturale

L’invaso realizzato dall’industria alla fine degli anni ’50 come riserva d’acqua è diventato un ambiente ricchissimo di specie animali e vegetali.

Il miracolo di Santa Luce. Lago Solvay oasi naturale

Il miracolo di Santa Luce. Lago Solvay oasi naturale

Tecnicamente si chiama ’eterogenesi dei fini’, tradotta in parole semplici significa che si prende l’iniziativa per un progetto, ma poi quel progetto porta anche altri risultati, spesso inattesi.

E’ quello che è accaduto per il lago di Santa Luce. Alla fine degli anni Cinquanta l’industria Solvay di Rosignano ha bisogno di una riserva d’acqua per alimentare le proprie produzioni e realizza un invaso sul fiume Fine nella zona di Santa Luce. Un lago con funzioni industriali che però nel corso degli anni attira centinaia di specie animali e vegetali. Un’operazione in gradio di cambiare (in meglio) il paesaggio delle colline argillose con un’oasi verde e acqua preziosa nei mesi estivi. Il lago ora è anche una meta turistica e una riserva naturale grazie a una positiva collaborazione tra enti locali, Solvay e volontari della Lipu. Ci sonoi camminamenti per osservare gli uccelli acquatici e le varie forme di vita del lago che è anche ricco di pesce. E ora l’ambiente è talmente rinaturalizzato che sta diventando uno dei punti in Italia per la reintroduzione del Falco pescatore, una specie estinta nel nostro paese dal 1969. Ora il Falco pescatore nidifice soltanto con alcune coppie nel Parco della Maremma (grazie a un progetto di reintroduzione) e una coppia in Sardegna. Il progetto, realizzato grazie al sostegno di Solvay, è stato presentato nel centro visite della Riserva naturale Santa Luce, gestita dalla Regione Toscana e dalla Lipu. Il ritorno del falco pescatore nel lago di Santa Luce, dove peraltro ha già una presenza costante in tutte le stagioni come migratore, è di fondamentale importanza per la ricostituzione della complessa piramide alimentare che caratterizza gli ecosistemi acquatici, di cui questa specie rappresenta il vertice. "A tal fine – hanno spiegato Silvia Mascagni, responsabile Lipu della Riserva, e Andrea Daina Palermo, dipendente Solvay e volontario Lipu - è stato posizionato un nido artificiale accanto a un albero della sponda est del lago utilizzato di frequente dal falco pescatore durante le sue soste nella zona". Il nido presenta anche una sagoma artificiale di falco, una strategia già sperimentata con successo nella vicina Corsica, dove il falco pescatore si riproduce, e utile per attrare gli individui della specie e stimolarne la nidificazione.

Luca Filippi