"Cavalcare il nuovo modo di fare impresa: doppia transizione, criteri ESG e B corporation"

Alessandro Tomassini, presidente di Umbria Digital Innovation Hub 1 di Confindustria, non ha dubbi: "Le opportunità da cogliere sono enormi"

"Cavalcare il nuovo modo di fare impresa:  doppia transizione, criteri ESG e B corporation"

"Cavalcare il nuovo modo di fare impresa: doppia transizione, criteri ESG e B corporation"

Il muro del Covid, poi il conflitto in Ucraina ma l’Umbria ha dimostrato di avere solidità e resilienza. Come affrontare ora i temi nuovi che nascono dai mutati rapporti economici dopo i due avvenimenti che hanno cambiato il mondo?

"L’Umbria ha manifestato un’apprezzabile capacità di resistere agli shock degli ultimi anni. Il temuto terremoto economico non ha avuto luogo e le indicazioni delle imprese sono orientate ad una sostanziale fiducia, sia per l’esercizio appena chiuso che per quello in corso – dice – Alessandro Tomassini, Presidente Umbria Digital Innovation Hub 1 –. Il caro energia e l’embargo con la Russia non hanno prodotto gli effetti temuti, perché le aziende sono riuscite a fronteggiare le emergenze mostrando, appunto, grande resilienza.

Stiamo entrando – continua – in una fase determinante per le prospettive industriali, perché si stanno affermando nuovi modelli di impresa. Il nostro sistema, che è molto più forte di quanto comunemente non si creda, deve adattarsi ai tempi, cavalcando le onde che rivoluzionano il modo tradizionale di fare impresa. Le onde sono quelle della doppia transizione, digitale e ambientale, dei criteri ESG, delle B corporation, dei diversi equilibri tra tempi di vita e tempi di lavoro e, in sintesi, della nuova relazione che si va instaurando tra l’impresa e la comunità. Questi temi vanno affrontati premendo con decisione il pedale dell’innovazione, ma tenendo ben saldo il timone dei valori. Faccio un esempio: l’intelligenza artificiale deve entrare nelle nostre fabbriche in maniera massiccia, ma non lo può fare a scapito della dignità delle persone, del rispetto della diversità e della privacy. Rinunciare alle potenzialità dell’AI per arroccarsi in posizioni di tradizione valoriale non avrebbe senso, così come sarebbe dannoso implementarne le soluzioni senza tenere conto della tutela dei nostri collaboratori. Non a caso oggi si parla di industria 5.0, dove la tecnologia agisce in una realtà comunque centrata sull’uomo".

Affrontiamo la tempesta perfetta insomma. Qualcuno dice che potrebbe rischiare di spazzare via le imprese perché non c’è settore che sfugga alla tenaglia competitiva fatta di caro energia, prezzo delle commodities e carenza o assenza di materie prime. Come tecnologia e digitale possono aiutare a fronteggiare queste emergenze?

"Il digitale accelera i tempi delle nostre attività. Se si basa su una struttura organizzativa solida, è un’arma potentissima. Se si fonda su una base instabile, ti fa andare solo prima fuori strada. Per trasformare le imprese bisogna intervenire sui processi, poi sulla loro digitalizzazione. La tecnologia, quindi, può dare un aiuto prezioso per riposizionare le imprese nei nuovi scenari. Lo sanno, tanto è vero che il 35% delle piccole e medie aziende considera la digitalizzazione la priorità numero uno da perseguire, mentre il 61% ritiene di essere molto avanti nel processo. Ma la strada da fare e le opportunità da cogliere sono ancora enormi. Basti pensare ai gemelli digitali, all’intelligenza artificiale, al calcolo ad alte prestazioni etc.".

I modelli di business di maggior successo sono quelli che integrano i valori della sostenibilità negli obiettivi strategici. È questo che anche voi consigliate alle imprese umbre e in che modo?

"Il Digital Innovation hub analizza la circolarità delle imprese e propone azioni di miglioramento per renderle più verdi e sostenibili. Il Digitale (identificato con il colore blu) è un’arma potentissima per ridurre l’impatto ambientale delle aziende. Per essere verdi, devono essere prima blu".

Donatella Miliani