Arcieri mente di ferro. Storia dei guerrieri zen: "L’errore è un muro. Lottiamo per superarlo"

C’è una filosofia che si incontra tra la freccia scoccata e le emozioni ’Malaspina’ porta avanti un percorso spirituale per governarle .

Arcieri mente di ferro. Storia dei guerrieri zen: "L’errore è un muro. Lottiamo per superarlo"

Arcieri mente di ferro. Storia dei guerrieri zen: "L’errore è un muro. Lottiamo per superarlo"

C’è una filosofia che si incontra con la freccia scoccata, un gesto semplice all’apparenza ma che porta con sé tante piccole azioni fisiche e mentali. In un colpo arco, freccia, bersaglio e arciere si intrecciano in modo che non è possibile separarli, così entra in gioco la distinzione fra mezzo e fine, la volontà, le intenzioni e il desiderio di riuscire. "Come nella vita se riesci a superare quel muro c’è sempre un’altra sfida quindi devi sempre cercare di migliorare per te stesso, non è tanto il ‘devo per forza vincere’ ma riguarda più una conquista personale una vittoria con l’io".

Ha l’arco in mano Leila Santucci, il suo mezzo per il controllo delle emozioni, lei ha origine argentine ma vive a Massa e con gli Arcieri Malaspina alla Comasca porta avanti un percorso, quasi spirituale, in uno stretto rapporto con lo zen dell’obiettivo, quello che con concentrazione raggiunge quando si mette in postazione di tiro. C’è una barriera, dove "ogni arciere sa quanto deve lavorare per superarla - racconta -. Si vedono arcieri olimpici che fanno errori banali, questo è dato dal fatto che stanno lavorando su quel muro, manca ancora qualcosa per superarlo".

Un professore tedesco di filosofia, Eugen Herrigel, vuole essere introdotto allo zen e gli viene consigliato di imparare una delle arti in cui lo zen da secoli si applica: il tiro con l’arco. Riconoscerà prima di tutto che i suoi gesti sono sbagliati, poi che sono sbagliate le sue intenzioni, infine che proprio le cose su cui fa affidamento sono i più grandi ostacoli. Barriere dove "sei te contro te stesso - prosegue la 25enne - l’autocontrollo prende il timone del tuo corpo, l’ansia e l’emotività vengono incanalate e tutto si prefigge per raggiungere il centro, l’obiettivo diventa fondamentale così il controllo mentale ti rende più lucida e tutto ha forma nella scoccata". Tra yoga e meditazione passa la formazione dell’arciere e Leila questo lo sa bene quando "in gara serve calma, vincere è importante ma fondamentale è essere lucidi, in pace con se stessi perché la mente fa tutto e il corpo segue".

Distanze dai 18 ai 70 metri a seconda delle categorie divise in base all’età, poi tre tipi di arco: nudo, olimpico, compound, con 160mila iscritti alla federazione italiana tiro con l’arco a partire dagli anni ‘60. L’antica arte, nata come strumento di caccia e difesa riportata nelle incisioni rupestri di 3mila anni fa, prende spazio nella dimensione moderna ma . Lui ha iniziato portando suo figlio a provare, poi ha continuato.

"Per me tirare una bella freccia è una soddisfazione personale - conclude -, il controllo della mente mi permette di gestire le situazioni e questo sport mi insegna come si fa. Ogni freccia è un capitolo a parte, una porzione di vita a sé stante dove proviamo a migliorarci". Una bella storia di sport che rivela come questi atleti vedano nella loro disciplina non solo un momento di agonismo, ma anche un modo per crescere come persone grazie al suo valore.

Patrik Pucciarelli