"I ragazzi di oggi? Hanno molto da dire"

Maurizio Farnesi*

FIRENZE

Forse anche perché non lo sono più, trovandomi ormai in quel fastidiosissimo limbo del “vorrei ma non posso”, guardo il mondo dei giovani con ammirazione e curiosità. Ne rimango affascinato perché mai banale, che probabilmente è uno dei complimenti più belli che si possano ricevere. I giovani d’oggi sono diversi rispetto a quello che eravamo noi alla loro età: normale, considerata la velocità con cui vengono mosse le leve della società. I giovani sono cambiati perché sono cambiate le famiglie, è cambiata la scuola, le regole educative e gli equilibri relazionali e comportamentali. I giovani si formano prima, anticipano i tempi – non credo sia sempre un bene, anzi –, si guadagnano il rispetto sul campo perché hanno preparazione e voglia di fare. Ma meriterebbero chance maggiori. Credo che i percorsi di crescita, e mi riferisco a quelli professionali, siano ancora troppo lunghi e faticosi. Quello bancario ne è, purtroppo, uno degli esempi. O comunque lo è stato per troppi anni: un cambiamento, di visioni strategiche prima ancora che di competenze, è doveroso e lo stiamo fortunatamente avvertendo. I giovani meritano fiducia. Vanno indirizzati e accompagnati, non giudicati. Mi porto dentro le parole di Giovanni XXIII: “Si parla troppo dei giovani e troppo poco ai giovani”. I social e più in generale il web ci hanno portato lontanissimo, ampliato le conoscenze, ma inevitabilmente è stato perso in termini di rapporti umani e di esperienze condivise. La battaglia contro gli smartphone, un classico all’interno di tutte le famiglie, è una battaglia persa, senza senso: fanno parte di noi, avvertiamo il bisogno “fisico” di tenerli in mano e addirittura disagio se non li abbiamo sotto controllo. Sono gli adulti i primi a dare il cattivo esempio. Compensiamo dandone uno buono, imprescindibile: facciamo sentire la vicinanza ai nostri figli e a tutto il mondo giovanile, con discrezione e dando fiducia e sostegno. Ne ricaveremo meravigliose sorprese.

*Direttore Generale ChiantiBanca