Iannone dà gas ai sogni: "Io corro sempre"

Andrea ha aperto il Passion Cafè a Lugano ma pensa anche al ritorno dopo la squalifica: "Mi alleno, sono veloce e mi diverto"

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di Marco Galvani

Cuore, talento, passione. Istinto anche oltre la diplomazia di comodo. E coraggio. In pista, certo. Ma pure quando ha dovuto raddrizzare la vita da una piega oltre i limiti della fisica e della sopportazione. La squalifica fino a dicembre 2023 – decisa dal Tribunale sportivo di Losanna nonostante una sentenza avesse provato che le tracce di steroidi anabolizzanti trovate dopo un test anti-doping al Gp della Malesia del 2019, ai tempi dell’Aprilia, erano dovute a contaminazione alimentare e non a una scelta consapevole – è stata una ‘carenata’ che avrebbe spedito nella ghiaia e messo fuori gioco tanti. Eppure "penso che davanti a certe cose ci siano soltanto due strade: arrendersi o continuare a lottare. A me piace la vita e quindi non c’erano alternative".

Andrea Iannone da Vasto, anni 32, in bacheca 13 vittorie e 35 podi su 247 Gp, ha imparato ad andare oltre: "Io non so stare a casa a non far nulla, ho bisogno di emozioni". E così, "per non dover passare tutte le giornate seduto sul divano a piangermi addosso" ha dato gas all’altra sua passione, quella della ristorazione. Partendo dalla ‘sua’ Lugano, dove ha aperto il Passion Cafè vista lago, e lavorando ad altri progetti ‘in cantiere’ in Spagna.

"E’ stato un modo per avere qualcosa da fare". Certo è che ‘il primo amore’ non lo puoi chiudere in garage. E "quando posso vado in moto". Aprilia non lo ha mai mollato, ma quello che succederà tra un anno e mezzo è ancora un punto interrogativo: "Non bisogna mai precludere nulla nella vita – la filosofia di Andrea –. La cosa importante è che io continui ad allenarmi, a essere veloce, competitivo e a divertirmi. Poi vedremo cosa succederà". Intanto "il Motomondiale è sempre bello, ci sono piloti veloci e penso che continui a essere uno degli sport più belli che ci siano. E’ la mia passione, non può essere altrimenti".

E’ la sua vita. Per questo "le gare le seguo, ma non con tanto accanimento. Anzi, a volte non ho neanche troppo piacere a seguirle". Perché comunque per quel pezzo di vita gliel’hanno tolto e "fa ancora male tutto quello che è successo". L’ha affrontato sempre a testa alta, ha sofferto in silenzio "perché tanto anche se avessi urlato non sarebbe servito a nulla", determinato a farsi trovare pronto a qualsiasi opportunità. A buttarsi sulle auto "non ci ho mai pensato", ai kart "un pensiero l’ho fatto", ma la sua felicità viaggia solo su due ruote.

Già, la felicità. "Preferisco non pensarci, a volte sento di esserlo, altre volte no. Penso che sia così per tutti – confessa The Maniac –. Sicuramente il dolore mi ha cambiato un po’, per sempre. Sto scontando una grande delusione della vita, della mia vita". E se “è tutto un equilibrio sopra la follia“, ci sarà anche chi è felice nella sua monotonia, ma per Andrea istinto, passione e un po’ di sana follia "sono la benzina del mio motore".