Viaggio nelle suggestive mascherate di gruppo. Dalle favole che fanno sognare, alle paure

Gli scenari / L'obiettivo sarà quello di "far breccia" attraverso satire pungenti con cui vengono messi a nudo i malcostumi italiani, non solo quelli politici

La cultura fa paura di Silvio Bianchi, primo premio mascherata di gruppo nel 2020

Sono nove le mascherate di gruppo in concorso, ognuna di esse composta da sei elementi. In quei sei elementi i 'futuri carristi' dovranno cercare di far breccia rendendo visibile agli spettatori, e naturalmente alla giuria, ciò che intendevano esprimere. Silvano Bianchi presenta 'Il diario di Anne': All'interno del suo diario Anna Frank ha raccolto paure, sogni e speranze. Oggi come farfalle le sue speranze volano libere. Michele Canova (collaborazione artistica Gionata Francesconi) presenta 'Gioco di K'Arte a Korte': Ogni carta gioca la sua sorte ed ogni corte ha il suo gioco. Nell'omaggio a Emanuele Luzzati, nel centenario della nascita, dame, cavalieri e regnanti sfilano felici. Edoardo Ceragioli presenta 'Tu sei il mio mondo': Il gesto istintivo di un bambino che protegge il suo orsacchiotto per non fargli vedere i Mali del mondo. Roberto De Leo e Vania Fornaciari presentano 'Vola solo chi osa farlo': Le favole necessarie per continuare a sognare. Come quelle di Sepulveda capaci di divertire e commuovere intere generazioni. Gianpiero Ghiselli e Maria Chiara Franceschini presentano 'Un mondo di plastica': Milioni di tonnellate di rifiuto plastico avvelenano il mare e i pesci. Giacomo Marsili omaggia Puccini con 'Madama Butterfly': Il personaggio di Cio Cio San in cartapesta. Libero Maggini presenta 'La famiglia alternativa': Da un lato i benpensanti e i politicanti che vedono solo modellini famiglia precostituiti. Dall'altro chi preferisce il sentimento alla sostanza, come la famiglia Addams. Le malattie mentali ispirano Matteo Raciti per 'Da vicino nessuno è normale': Le malattie mentali in chiave allegorica e l'importanza di riconoscere la follia come parte integrante dell'essere umano. Infine la satira politica torna in 'Senatori a vitae' di Stefano Di Giusto dove i politici restano letteralmente 'inchiodati' sulle loro poltrone e non vogliono rinunciare ai loro tanti privilegi.