Il 17 luglio 1988 ha segnato la fine di un’epoca per Massa Carrara: lo scoppio poche ore dopo l’alba e l’incendio del serbatoio contenente l’insetticida Rogor all’interno dello stabilimento Farmoplant sollevarono in cielo un’enorme nuvola nera piena di veleni che terrorizzò residenti e turisti. Migliaia di persone in fuga, altre si rinchiusero in casa. Da lì iniziò la fase di chiusura e smantellamento definitivo dell’impianto. Con la Farmoplant di fatto finì per sempre il polo della chimica apuana che tanti danni ha provocato all’ambiente nel corso di decenni all’interno della zona industriale: Rumianca, Italiana Coke, Fibronit, Ferroleghe sono altri nomi di aziende famose per il lascito di contaminazioni nella terra e nelle acque sotterranee. Oggi, a 36 anni di distanza, manca una vera bonifica. In parte sono stati liberati i terreni ma la falda è ancora intrisa di veleni e derivati che nel tempo si sono propagati fino al mare. Ancora oggi si attende l’inizio dei lavori, finanziati con 12 milioni dalla Regione, per realizzare 4 barriere idrauliche e un doppio filtro in grado di rimuovere i veleni forse nel giro di 4 anni. Dopo decenni di attesa.
165 anniQuel giorno finì un’epoca. Ma non c’è ancora la bonifica