Gli anni ruggenti e di piombo. I racconti con la “Lettera 22“

Ecco come venivano seguiti i grandi avvenimenti quando non c’erano Pc, telefonini e Internet

Fuori sacco e dimafoni. Due paroline magiche sconosciute ai nativi digitali. Eppure erano due capisaldi del sistema stampa, quando Internet e i computer non c’erano. Il fuori sacco era la busta con dentro i ‘pezzi’ (cioè gli articoli) e le foto che da Viareggio veniva spedita a Firenze alla sede centrale della Nazione. La busta viaggiava a bordo di un bus di linea della Lazzi. Generalmente sul cruscotto dell’autista – fuori sacco, appunto – il quale lo consegnava poi a un inserviente della Nazione. Era così che i cronisti viareggini dell’epoca – ne ricordiamo qualcuno che non c’è più? Aldo Valleroni, Ugo Dotti, Pier Luigi Tommasi – confezionavano il giornale con la cronaca di Viareggio. E così veniva raccontata la famosa Versilia By Night quando la Bussola di Sergio Bernardini ospitava tutti i più grandi artisti italiani e stranieri. Anni d’oro, ruggenti, come si diceva all’epoca. Che furono bruscamente interrotti da due fatti che ebbero un’eco a livello nazionale.

I violenti scontri proprio alla Bussola nella notte di San Silvestro 1968 aprirono in Italia il periodo delle contestazioni e fecero da preambolo agli anni di piombo. Che in Versilia conobbero l’episodio più cruento il 22 ottobre 1975: la strage di Querceta in cui persero la vita tre poliziotti.

Pochi mesi dopo deflagrò il caso Lavorini, il primo rapimento di un bambino che sconvolse l’Italia dell’epoca. Tutti fatti raccontati in presa diretta. Anche grazie ai dimafoni – ricordate l’altra parolina magica? – vale a dire gli stenografi che al telefono a Firenze raccoglievano gli articoli spesso dettati ‘a braccio’ dal cronista a volte chiuso in una cabina telefonica a gettoni. E proprio da un telefono a gettoni fu data la notizia dell’ultimo show di Mina che abbandonò i palcoscenici con un concerto nell’agosto del ’78 a Bussoladomani. La Circe della Versilia fu forse l’ultimo grande caso nazionale raccontato nel 1989 coi vecchi sistemi. Già con l’alluvione di Cardoso del ’96 la cara vecchia Lettera 22 della Olivetti era andata mestamente in pensione.

Paolo Di Grazia