
Robur, battaglia a colpi di ricorso L’attesa logora anche il ’Franchi’
Come noto, giovedì prossimo, 13 luglio, è il giorno in cui il Consiglio di Stato si esprimerà sul ricorso presentato dal presidente del Siena Emiliano Montanari per la revoca, da parte dell’amministrazione comunale, della concessione d’uso dello stadio Franchi e del campo Bertoni all’Acquacalda, dopo il rigetto da parte del Tar della Toscana. La sospensiva ha di fatto rimesso in mano all’ingegnere romano le chiavi delle due strutture, in attesa dell’udienza definitiva.
Un’attesa che sta ‘logorando’ anche lo stadio stesso: il manto del Rastrello fino al 30 giugno, è stato innaffiato grazie alla buona volontà di figure professionali interne al club, ma che adesso non ci sono più (a dare una mano anche il maltempo): ‘a secco’ da diversi giorni, l’erba di quello che per anni e anni è stato considerato un gioiellino d’Italia – anche se da tempo non è più quello che fu –, rischia di ammalarsi e di morire; basta fare un giro dalle parti di San Domenico, per vedere che la situazione sta già iniziando a precipitare. Un manto erboso, con queste temperature, andrebbe innaffiato due volte al giorno.
Il rischio è quello di perdere un ‘patrimonio’, l’erba nativa del vecchio Rastrello che da quasi 100 anni ospita le partite della Robur. La soluzione, nel caso, sarebbe infatti una rizollatura, su cui poi intervenire ogni due-tre anni, con la risemina, considerando che questo non è il periodo per poterla effettuare, che richiederebbe invece dei mesi. Il presente del Siena, già escluso dalla Serie C – praticamente inutile, se non per perdere tempo, il ricorso al Collegio di Garanzia dello Sport dopo la bocciatura nell’ultimo Consiglio federale –, vissuto in una continua attesa, è insomma attanagliato da una serie di problematiche legate l’una all’altra e nessuna certezza su quello che sarà il futuro.
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