"Era il 2002 e giocavo con il Quercegrossa a Taverne l’ultima giornata di campionato per fare il grande in Prima: riuscimmo a vincere al 95’ e l’abbraccio finale con tutti i compagni, vicino ai nostri tifosi, non lo dimenticherò mai". Con queste parole, Michele Zanelli (nella foto) inizia il racconto del suo lungo percorso calcistico, iniziato nel 1984 con le giovanili del Meroni. "Dopo Torre Fiorentina continuai nell’Asta dove maturai sotto il profilo calcistico: fu con la vittoria nel campionato Juniores che mi resi conto di poter provare l’esperienza a livello dilettanti. Giordano Panti mi dette fiducia e cosi feci il mio esordio in seconda, sempre in arancioblè".
Quali altre squadre?
"Nel Badesse, nel Berardenga e nel Quercegrossa. Lasciai il calcio giocato nel 2003 dopo aver ottenuto in tutto tre promozioni. Ero uno stopper cuore e passione con una prestanza atletica importante".
E in panchina?
"Diventai allenatore nel torneo universitario del Cus quando ancora giocavo nel Quercegrossa. Vincemmo il titolo nazionale a Torino e da lì trovai l’entusiasmo per iniziare ad allenare il Berardenga in terza categoria. La mia avventura come mister proseguì nella Sorba, nel Serre, di nuovo nel Berardenga, nel Pianella, nel Quercegrossa, nello Staggia, nel Tressa e nel San Quirico".
Le soddisfazioni?
"Sicuramente le cinque promozioni che ho ottenuto, grazie all’impegno di tutti i calciatori che ho avuto la fortuna di allenare. Belle esperienze tuttavia le ho vissute anche in stagioni meno fortunate".
E ora?
"Dall’anno scorso sono collaboratore tecnico prima nella Berretti della Robur ed ora nella Juniores del Siena. Una nuova esperienza al fianco di figure professionistiche che aumentano il mio bagaglio di crescita sportivo e umano". Giuseppe Stefanachi