Palio, Bruschelli: "Correrò come se il capitano montasse a cavallo insieme a me"

Il vincitore di 13 Carriere ha scontato la squalifica ed è pronto ad andare al canape per la 54esima volta: "Tabacco l’ho montato nel 2019 in Pantera. Sicuro e affidabile. Con sei rivali ti permetti tante cose"

Trecciolino alla clinica al Ceppo per il palio di luglio quando era squalificato

Trecciolino alla clinica al Ceppo per il palio di luglio quando era squalificato

Siena, 10 agosto 2022 - "Sarebbe il 54° Palio che corro? Si accosterebbe bene con 14 vittorie. Sì, mi sento proprio bene. In generale. Un momento buono dove le cose stanno girando per il verso giusto a 360 gradi, anzi a 367". Ecco il biglietto da visita di Trecciolino che, dopo la Carriera corsa ad agosto 2019 nella Pantera, ha scontato la squalifica e può tornare in Piazza.

La voglia di vincere, insomma, non è passata.

"Ti alleni tutto l’anno per l’obiettivo massimo, non per fare la comparsa. Chiaro che poi il Palio ha mille variabili e la valutazione la farai al momento nella Contrada dove monterai, se monterai".

Trecciolino non ha certezza assoluta di essere al canape?

"Non sono certo il fantino che in questo momento va per la maggiore. Credo che sia accaduto a tutti, va messo in conto di doversi riadattare alla situazione".

Vincere in quale Contrada, con o senza avversaria?

"Più che dalla Contrada dipende dal cavallo che monti e dalla situazione generale".

Pronto anche per una Carriera ’contro’?

"Mi auguro di avere l’opportunità di conquistare il 14esimo successo. Ma sono anche pronto a fare in modo che il capitano monti a cavallo con me"

Cosa vuol dire?

"A mettere in pratica il suo pensiero, comportandomi come se il dirigente potesse essere al canape. Un altro modo di vincere, anche se in maniera diversa. Il Palio si vince e non si vince ma non bisogna mai perderlo".

Utile la presenza fra i dieci di una mente lucida come quella di Trecciolino, si sente dire.

"Mi fa estremamente piacere. Questa cosa me l’hanno sempre riconosciuta e forse per tale ragione riuscirò a trovare un giubbetto, anche alla luce dell’esperienza di luglio che, forse, non è così drammatica come si vuole disegnare".

Un ritorno nella Civetta dove hai debuttato?

"Da parte mia perché no?"

Oppure nel Nicchio?

"Da parte mia perché no?"

Ci sono anche voci sui Servi.

« Diciamo che in questi anni di stop e in più la squalifica mi trovo ad affrontare questo Palio equidistante da tutti, colleghi e Contrade. Come detto il mio obiettivo è che il capitano che mi monta si debba sentire a cavallo, qualsiasi sia la Contrada".

Il solo giubbetto che manca a Trecciolino è la Lupa , lo zucchino anche della Giraffa.

"Sarà l’unico giubbetto che ormai non indosserò. Però l’ha messo mio figlio Enrico, una cosa che vale doppio perché dimostra che percorriamo strade opposte frutto di ciò che ciascuno di noi si è conquistato".

Hai montato Tabacco nella Pantera.

"E’ un cavallo sicuro. Affidabile, che sta bene in un lotto in alto o in basso. E che con sei rivali in Piazza ti permette tante cose. Da lì a vincere dipende poi come si svolge il Palio".

Mancano i fantini?

"Va bene chi gli insegna a montare ma anche chi sta loro vicino dovrebbe farli crescere paliescamente".

I cavalli invece ci saranno?

"Ad oggi ci sono. Poi vediamo cosa decidono i capitani. Anche se vengono portati, con tre coppie di rivali il capitano di una Contrada dovrà pensare alla strategia utile. Se i cavalli buoni sono quelli che vanno più forte e non stanno magari fermi al canape oppure quelli un po’ meno potenti ma disciplinati".

Che cavallo monteresti?

"Uno che è un possibile debuttante e due che hanno già corso. Un altro potenziale esordiente lo guarderò alle prove".

Ambrosione dopo Bircolotti.

"Una sicurezza per la Festa Ambrosione. Bircolotti? ’Quando il mossiere impara i giubbetti delle Contrade a memoria va cambiato’, dice un detto. Un mossiere che ha dato la partenza in tutti i Palii d’Italia è certo una garanzia perché sa cosa fare però è umano che si porti dietro un vissuto, anche inconsciamente".

Tittia dice di non sentirsi il nuovo Trecciolino perché ce n’è uno solo.

"Così come di Aceto, di Giovanni. Ciascuno ha il suo stile e il suo carattere, ha corso anche in momenti diversi, nessuno è paragonabile ad un altro".