Delirio Robur, sembrava fatta ma finisce a insulti / FOTO

Accordo in panne: Ponte minacciato, Durio stravolta

Anna Durio ieri notte mentre cerca di placare i tifosi (foto Di Pietro)

Anna Durio ieri notte mentre cerca di placare i tifosi (foto Di Pietro)

Siena, 22 luglio 2016 - Doveva essere, ieri, la giornata di quello che il sindaco di Siena, Bruno Valentini aveva definito "un nuovo inizio per la Robur". Si è rivelata una delle giornate più assurde e allucinanti (gli aggettivi, a questo punto, sono davvero finiti) che uno sportivo può vivere: a chiusura la pesante contestazione che ha tenuto asserragliato Antonio Ponte dentro lo studio del notaio Alfredo Mandarini, con il futuro della Robur ancora in bilico, quando solo qualche ora prima sembrava scritto.

"Si sono finalmente create tutte le condizioni perché Anna Durio possa operare nella costruzione della nuova Robur Siena – le dichiarazioni del primo cittadino dopo l’incontro in Comune avvenuto alla presenza dell’avvocato Alessandra Amato, dei consulenti delle due parti Loi, Mascia e Ciurlia e del legale di Ponte Sallustio collegato via Skype - Spero che gli azionisti rinuncino immediatamente al diritto di prelazione. Li abbiamo sentiti, a oggi non ci sono altri soggetti disponibili a metterci soldi. Solo con il consenso dei soci potrà avvenire l’insediamento di Anna Durio. Se ci sono delle pendenze la stessa Anna Durio ha dato garanzie nel tempo, credo che più di così non si possa chiedere".

Poi alle 12 l’appuntamento dal notaio. A metà pomeriggio nessuna piacevole novità e niente firme sul rogito: le indiscrezioni hanno iniziato a circolare e con esse sono cresciute in maniera esponenziale l’ansia e la rabbia del popolo bianconero che già era pronto a salutare la nuova era del calcio senese. Secondo i rumors, e nonostante l’accordo economico trovato nelle stanze di Palazzo pubblico, Ponte avrebbe rilanciato chiedendo anche il pagamento anticipato delle parcelle dei suoi commercialisti e del suo avvocato. Anna Durio ha perso la pazienza, vedendo tradita ancora una volta la sua buonafede. Ha minacciato di andarsene, poi è rimasta. Lo stesso sindaco Valentini, monitorando la situazione, interpellato, ha dichiarato di non voler più accettare quella che assomiglia molto a un’estorsione ai danni della città.

Ma quando alle 21 Ponte si è recato nello studio del notaio si è accesa una flebile fiammella di speranza, che si è spenta quando all’uscita dello stesso presidente dal portone, si è capito che non aveva ancora firmato. Dopo le urla dei tifosi e il dietrofront dell’imprenditore, la trattativa è andata avanti e gli attori sono ancora a battagliare sulle carte.