Siena, 12 gennaio 2024 – “In due mesi, i tabulati telefonici parlano chiaro, alla donna sono arrivate quasi 1000 telefonate e circa 900 messaggi". Cifre, scandite dal pm Silvia Benetti (nella foto) in aula durante la requisitoria, che da sole fotografano l’odissea di quelle settimane per l’ex compagna di un operaio edile che vive a Poggibonsi. Il 25 maggio 2021 aveva patteggiato due anni (pena sospesa) per maltrattamenti nei confronti della trentenne ma, imperterrito, poco dopo aveva cominciato ad inondarla di altri messaggi e chiamate. A pedinarla.
Il 2 luglio di quell’anno era stata costretta infatti a denunciarlo. "Le date sono importanti in questa vicenda", esordisce infatti il pm Benetti. Che delinea una brutta storia di stalking con l’imputato – in aula non c’erano né lui né la ex che adesso vive in una struttura protetta con il loro bambino – protagonista di eccessi. Nonostante il divieto di avvicinamento imposto dal giudice. La procura ha chiesto la condanna ad 8 anni e 5 mesi al collegio presieduto da Fabio Frangini. Lunga e articolata la difesa dell’avvocato Stefano Cipriani che ha argomentato come il comportamento dell’uomo fosse legato in particolare all’attaccamento al figlio e alla necessità di vederlo.
Il collegio ha condannato l’imputato a 2 anni in continuazione con la pena precedente per maltrattamenti che è diventata definitiva. Per cui l’uomo ne farò quattro (salvo appello, lette fra 90 giorni le motivazioni) agli arresti domiciliari. E’ stato interdetto per 5 anni dai pubblici uffici, per 7 dalla responsabilità genitoriale. E ancora: ha l’obbligo di restare nella regione di residenza e ad almeno 500 metri di distanza dalla persona offesa. E’ obbligato a proseguire il corso per il recupero degli uomini maltrattanti. Disposto un risarcimento di 10mila euro nei confronti della ex compagna che è assistita dall’avvocato Daniela Del Lungo.
"C’è un video dove si apposta e la guarda", aveva ricostruito l’odissea il pm passo dopo passo. "’Ascoltami bene, le aveva detto, io a te prima o poi ti brucio", ha riferito ancora il sostituto Benetti. Quindi la telefonata al figlio in cui gli diceva ’esci di casa, scappa’ e poi veniva avvertito un boato. Alla fine era stato arrestato in flagranza. "Era ai domiciliari, super controllato. Allora hanno iniziato i suoi familiari", racconta il pm descrivendo come "stremata e impaurita" la giovane donna "non ha mai impedito all’uomo di vedere il bambino. Lui ha negato le minacce di morte, quelle dei familiari: è stato smentito su tutto".