Siena, 20 aprile 2019 - «Contento come un cittino di due anni a montare di nuovo». Sorride Bastiano Sini che a venti giorni da quel primo aprile, quando si è infortunato cadendo da cavallo, riprende a lavorare. Arriva a Monastero con il van, si aiuta con le stampelle ma non si ferma un attimo. Anche se è Carmen, la sua dolce metà, il factotum in scuderia.
Stato d’animo: arrabbiato?
«Un pochino sì, però né con me, né con il cavallo. E’ il mio primo infortunio e spero anche che sia l’ultimo! So bene però che fanno parte del nostro mestiere».
Cosa è accaduto il primo aprile?
«Ho preso un bel pesce, un piranha! (scherza sulla data, ndr). L’animale ha fatto due lanci, gli sono scivolati i piedi nell’erba, siamo andati giù tutti e due e mi ha preso alla caviglia sinistra».
Ti sei reso subito conto che era successo qualcosa di grave?
«Ho chiamato Carmen e gli ho detto ‘andiamo all’ospedale’».
I tempi di recupero?
«Cerco di accorciarli il più possibile».
L’obiettivo è il Palio di luglio?
«Chiaro, è quello. Però ho un ingaggio a Legnano per la provaccia. C’è più di un mese di tempo davanti. Comunque sia quello che viene prima del 2 luglio è solo allenamento per l’obiettivo vero».
Carmen è preziosa...
«Mi dà una bella mano, ha da fare con i cavalli ma anche con me».
Il recupero in cosa consiste?
«Fisioterapia, ovviamente. Piscina e montare a cavallo. Sono rimasto alle Scotte una settimana precisa».
Telefonate dei colleghi?
«Sì, non tutti. Qualcuno con cui sono più in confidenza».
La Pantera, a cui sei legato, che dice dopo l’infortunio?
«Credo che la pensi come me: meglio recuperare al 100 per cento, non importa se si perde qualche corsa. Anche se naturalmente mi faceva piacere esserci e fare bene».
Il capitano Frati?
«E’ una persona saggia. Mi incita a compiere ogni passo con calma, senza esagerare. Ce la posso fare».
In famiglia hai due fan speciali, i tuoi figli.
«Franci mi cambia il ghiaccio, il piccolino fa finta di zoppicare per solidarietà».
Se la Pantera il 2 luglio a seguito del tuo infortunio montasse un altro fantino?
«Deciderà la Contrada. Per me quello che è successo non cambia. Anzi, non voglio perdere la possibilità di ripagarla della fiducia che mi ha dato».