Se l’economia e la politica sono rette parallele

Pino

Di Blasio

Il comune denominatore tra le due vicende è il duello tra politica e finanza, tra ministri o sindaci e amministratori delegati. E lo stato dell’arte dei due dossier è che il punto d’incontro appare lontanissimo, la sintesi sembra una chimera e le visioni reciproche viaggiano su rette parallele. Sull’affare Monte dei Paschi non serve aggiungere altro a quello che le cronache riportano quotidianamente. Ipotizzare oggi un accordo tra il ministero dell’Economia e UniCredit, che rispetti tutte le clausole e le condizioni poste dal ministro Franco e da tutti i politici da una parte, dall’ad Andrea Orcel e gli azionisti forti della banca dall’altra, è davvero arduo.

Più o meno lo stesso scenario che fa da sfondo al progetto dei sindaci di Firenze e Prato, Nardella e Biffoni, con l’ausilio di manager di Consiag e Publiacqua. La holding che dovrebbe avere in cassaforte Publiacqua, Alia e Consiag (che ha tra l’altro il 38% di Estra) ha subìto una battuta d’arresto perché il socio privato al 40% (Acea, per semplificare) ha disertato l’assemblea che doveva sancire la nascita della multiutility. Fa riflettere il fatto che Prato e Firenze siano rimasti sorpresi dalla ’diserzione’ di Acea. Che dichiara da tempo di non essere interessata alla multiutility, anche perché prevede la sua uscita dalla governance delle società. E anche se i soci pubblici sarebbero pronti a liquidare Acea con almeno 150 milioni per rilevare tutta Publiacqua, l’affare è in alto mare. Per i politici la multiutility sembra già fatta: comprenderà anche Estra per superare il miliardo e mezzo di fatturati, si quoterà in Borsa e incasserà almeno mezzo miliardo dalla vendita delle azioni che servirà per liquidare Acea. Cosa ci guadagneranno i toscani? Sempre a detta dei politici, un taglio del 6% nelle bollette. Ma tra i sogni di Hera Toscana e la realtà ci sono di mezzo i cda. E come dice il grande Snoopy, "contro ogni bella idea c’è sempre qualcuno che tira fuori i bilanci".