MASSIMO BILIORSI
Cronaca

L’addio commosso alla Capitana. La Torre e l’intera città in lutto: "Ora è destinata alla leggenda"

Una folla partecipe per l’ultimo saluto a Maria Aurora Misciattelli nell’oratorio di San Giacomo. Il priore Massimo Bianchi: "Quanta emozione, quando vinse il Palio come sua mamma".

Una folla partecipe per l’ultimo saluto a Maria Aurora Misciattelli nell’oratorio di San Giacomo. Il priore Massimo Bianchi: "Quanta emozione, quando vinse il Palio come sua mamma".

Una folla partecipe per l’ultimo saluto a Maria Aurora Misciattelli nell’oratorio di San Giacomo. Il priore Massimo Bianchi: "Quanta emozione, quando vinse il Palio come sua mamma".

Il tamburo che cadenza il momento con il suono grave e profondo, una significativa comparsa, la famiglia, i maggiorenti e poi tutta il popolo: così la Contrada della Torre ha voluto dare l’ultimo saluto alla sua eterna Capitana Maria Aurora Misciattelli, portata a spalla dall’oratorio di San Giacomo e Sant’Anna fino a piazza del Campo.

"Maria Aurora non è destinata alla storia ma alla leggenda…". Basterebbe questa frase, pronunciata dal priore Massimo Bianchi al termine della cerimonia religiosa, per condensare il senso profondo del composto e sentito dolore di una comunità verso una persona che ha sempre messo tutta se stessa a disposizione della Contrada. "Avrei mille storie e immagini da raccontare – ha proseguito commosso l’onorando della Torre – quando abbiamo condiviso molte esperienze di Palio e di vita, ma non solo. Quando eravamo a scegliere le strategie in quel Luriano dove si faceva sempre notte fonda, perché era così bello condividere la sua compagnia, sempre dolce e affettuosa. Anche quando, dopo il 2008, non era più Capitana, seppe ricoprire il ruolo di maggiorente nel migliore dei modi, cioè con una vicinanza discreta e affettuosa, supportando sempre le scelte di altri".

È stato il modo più vero quanto semplice di onorare una figura complessa e che ha avuto il merito di conquistare i cuori di una Contrada intera, ma anche la simpatia ed il rispetto della città. "Era il mio super eroe…", così il priore ha sottolineato l’energia di chi magari faceva tarda notte in Salicotto e poi andava a Luriano sapendo che la mattina presto aveva già un altro impegno paliesco, ma senza mai staccare un attimo per una passione che veniva da lontano, dal senso profondo delle radici, dalla madre anch’ella vittoriosa.

Ed ha ricordato: "Indimenticabile, nel momento della vittoria sul palco dei Capitani, quel suo gesto verso il cielo, verso chi in famiglia l’aveva preceduta nel trionfo. Un altro momento di grande emozione vissuto con lei".

Il passaggio del corteo funebre poi da Salicotto verso il Campo ha mostrato la compostezza e il senso dell’appartenenza, che va oltre la riconoscenza ma esalta proprio il valore più autentico della Contrada, che come una famiglia in armonia si ritrova proprio nel momento dell’abbandono di uno dei propri appartenenti. E abbiamo visto sfilare donne e uomini di ogni generazione, il che dovrebbe farci ben sperare per il futuro. Proprio nel dolore di un distacco, ripercorrere certi momenti, come ha fatto il priore Bianchi, è cogliere la fortuna di vivere l’originalità delle nostre diciassette comunità.