
Un’immagine dell’area. bruciata dall’incendio che si è sviluppato sabato scorso interessando anche la proprietà di Fastelli. Adesso verrà presentato un esposto alla procura della repubblica per fare chiarezza su eventuali responsabilità
San Casciano dei Bagni, 1 agosto 2024 – "Ora ci rimangono i calanchi segnati dal passaggio delle fiamme, ettari di giardino ridotti in cenere, olivi di 20 o 30 anni carbonizzati, alcuni posti auto coperti bruciati, un paesaggio cambiato, lunare. Ma la paura e la rabbia sono state tante". È la testimonianza del quarantasettenne imprenditore Massimiliano Fastelli, le cui proprietà familiari sono state attaccate dall’incendio che per due giorni, nello scorso fine settimana, ha interessato un’area complessivamente stimata in circa 150 ettari a Celle sul Rigo, nel Comune di San Casciano dei Bagni. "L’emergenza è stata gestita e comunicata male – afferma Fastelli –, la nostra ricostruzione dei fatti sarà oggetto di un esposto che depositerò alla Procura della Repubblica, per l’accertamento di eventuali responsabilità. Che un incendio si possa sviluppare in campagna, d’estate, alimentato anche dal calore e dal vento, è possibile, l’errore umano, commesso in buona fede, è ammissibile", prosegue l’imprenditore, nato in località La Vittoria, a San Casciano dei Bagni, terra che dichiara di amare e in cui torna ogni fine settimana da Roma, dove vive e lavora.
"Ma si sarebbe potuto far fronte molto meglio all’emergenza – prosegue – se la reazione fosse stata più pronta e coordinata. L’immagine emblematica è quella di persone anziane che prendono acqua con i secchi dalle piscinette per bambini e la gettano sulle fiamme, arrivate a lambire le case. Sono mancate tempestività e accuratezza, sono mancate le istituzioni, mentre venivano lanciati messaggi rassicuranti che non trovavano riscontro in chi stava vivendo un autentico dramma e che oggi continuano a suonare come una presa in giro".
"La mia protesta non deriva dai danni che abbiamo subìto come privati – tiene a precisare Fastelli –, per quelli ci siamo rimboccati subito le maniche, mentre imperversava il rogo: abbiamo salvato un podere, destinato ad agriturismo, attivando, anche con l’aiuto di un operatore pubblico, il sistema perimetrale di irrigazione, e poi abbiamo chiuso la struttura, avvisando gli ospiti che comunque volessero far valere le prenotazioni che troveranno uno scenario esterno completamente diverso. La protesta intende invece dar voce a tutti i cittadini, alle famiglie che erano isolate nei poderi, anche con persone anziane o disabili, e non sapevano se fossero in pericolo o cosa dovessero fare. Siamo contenti che non ci siano state vittime, bisognava però dare ascolto a chi veramente conosce il territorio".
"Ora non facciamo una caccia alle streghe – conclude Fastelli – chiediamo chiarezza e giustizia, non si può tacere davanti a una débacle del genDiego Mancuso