"Il Monte non studia l’aumento di capitale"

La nota di Rocca Salimbeni per spegnere le voci sui 3 miliardi. Ma la dote è un affare del Tesoro, legata alla trattativa con UniCredit

Migration

"Con riferimento a notizie di stampa che riferiscono di un potenziale aumento di capitale di Banca Monte dei Paschi di Siena dell’importo di 3 miliardi di euro, la Banca – su richiesta della Consob – precisa che si tratta di indiscrezioni che non trovano alcun riscontro in iniziative attivate dalla Banca. Mps segnala che stanno, invece, proseguendo le attività di due diligence da parte di UniCredit". La nota che la Consob sollecita a Rocca Salimbeni punta ad abbassare la soglia dei decibel di ’boatos’ e indiscrezioni riguardo alla trattativa tra Ministero dell’Economia e UniCredit per la quota di maggioranza del Monte dei Paschi. Ma non è la banca che deve studiare aumenti di capitale attorno ai 3 miliardi di euro, come quello paventato da Bloomerg. E’ il Governo in quanto azionista, che dopo la due diligence di UniCredit, tratterà con i vertici di piazza Gae Aulenti per allargare il più possibile il perimetro di attività di Mps da cedere.

Sul fronte delle reazioni, ieri è scesa in casmpo la Cisl di Siena con una lettera accorata, nella quale si invita tutte le componenti della comunità senese, arcivescovo compreso, "affinché chiunque abbia ancora a cuore le sorti di questo territorio, metta in campo le proprie competenze, le proprie capacità, idee risorse e tanta concretezza per intraprendere un percorso insieme virtuoso e onesto".

"La fine imminente del Monte dei Paschi era impensabile fino a pochi lustri fa - inizia così l’appello della Cisl -. Immaginare poi che un simile disastro avvenisse nel silenzio e nella rassegnazione sarebbe stata definita ipotesi di fantascienza. Eppure questo sta accadendo. Chi crede erroneamente che sia un problema esclusivo della categoria, degli addetti, dei tanto vituperati e privilegiati montepaschini, rischia di fare una analisi incompleta e autolesionista".

La Cisl parla di "danni incalcolabili, forse irreparabili", di errori fatti da Siena. "Ma quel che conta adesso - continua la lettera aperta - è che le forze sane di questo territorio, e ce ne sono ancora, non accettino in silenzio l’ultimo delitto. Per questo ci sentiamo in dovere di stimolare un dialogo, un confronto serio, con l’obiettivo di concedere a questa realtà almeno una base da cui ripartire per rialzarsi. Nessuno immagina la restaurazione di fasti, ormai impensabili, ma chi in questo territorio ci ha creduto, ci ha vissuto ci ha anche investito e intenderebbe ancora a farlo, è chiamato a fare la propria parte prima che sia troppo tardi".