Il Meloncino vince nella Civetta e vendica il padre

Nel luglio 1934 il fantino figlio d’arte riesce a togliersi una doppia e grande soddisfazione

Oscurato dal padre, ecco la vicenda del Meloncino, che non ha vinto quanto il formidabile Meloni, ma che tuttavia si è tolto la soddisfazione di fare cappotto nel 1934. E oggi torniamo alla corsa di Provenzano: nei giorni in cui dominava il Tono, ecco che l’Oca fa la manovra di mandare proprio questo fantino in Civetta, che ha avuto in sorte Ruello. Contromossa della Torre che non aspira certo a prendere la cuffia, portando in Salicotto Amaranto. Il Palio poi si può riassumere proprio in queste tattiche. La Civetta parte in testa e deve fare subito i conti con il Drago che può contare su Folco e Ganascia. Il Meloncino si toglie due grandi soddisfazioni: vincere il Palio nella Civetta e quella di nerbare proprio Ganascia, che aveva colpito il padre in una precedente occasione. Trionfo quindi per la Civetta, con il Capitano Rodolfo Angelucci con il priore Guido Ricci. Un vero e proprio inno alla gioia nel Castellare, visto che la Civetta non vinceva dal lontano 1893. Il Meloncino, al suo primo successo, saprà in agosto bissare alla grande. Il segno dei nuovi tempi e l’avvento di un’altra generazione, ma trionfo, ennesimo, anche per il Tono.

Massimo Biliorsi