Gsk, la vertenza sugli esuberi sbarca in Regione

Dopo il mancato accordo sui 61 licenziamenti previsti interviene anche il Pd: "Stiamo con i lavoratori"

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Il mancato accordo sulla procedura di licenziamento di 61 addetti avviata da Gsk Vaccines srl sbarca sul tavolo regionale. E’ stato infatti convocato il 12 giugno l’incontro per l’ulteriore esame in sede amministrativa del piano della multinazionale. La riunione si terrà in videoconferenza e riguarderà il futuro di 61 dipendenti tra il settore Ricerca e Sviluppo e quello della produzione.

Lo scorso 29 maggio la trattativa si era arenata sulla clausola con cui Gsk si riservava di poter mandare a casa quei dipendenti che restano fuori dal programma di pre-pensionamenti, incentivi all’uscita volontaria, ricollocamenti e trasformazione in part-time.

Netto il rifiuto dei sindacati, che in modo unitario quindi avevano bloccato la trattativa aziendale, pur guardando con speranza al tavolo regionale al fine di trovare un accordo. L’idea dei rappresentanti dei lavoratori, per evitare i 61 licenziamenti previsti tra Siena e Rosia, è di procedere alla loro ricollocazione, riqualificandoli.

E sul caso interviene anche il Pd: "E’ fondamentale che una azienda che è cardine dello sviluppo farmaceutico tuteli i propri lavoratori – scrivono Andrea Valenti, Massimo Roncucci e Antonino Barillà–. Il nostro partito è sempre stato a fianco dei lavoratori e delle Rsu di Gsk, ha seguito passo dopo passo la loro vicenda, con interventi dei deputati eletti sui collegi Susanna Cenni e Pier Carlo Padoan, del consigliere regionale Simone Bezzini e del presidente della Regione Enrico Rossi. Adesso tocca proprio alla Regione farsi interlocutore nella trattativa in corso".