Raccontiamo un Palio dell’altro ieri: vi è raffigurato in primo piano Dante Alighieri che ieratico si trova fra le sue immagini più care della Divina Commedia mentre attorno si anima un microcosmo fortemente senese. E’ il drappellone del 16 agosto 1965. Del resto in quell’anno ricorre il settimo centenario della nascita del sommo poeta, e allora anche la città di Siena si sentì di dedicare un cencio al genio fiorentino. L’opera pittorica in questione è di un sacerdote, don Francesco Lorenzini, che adopera una serie infinita di particolari per arricchire, forse anche troppo, il cencio destinato alla contrada vincitrice. L’Assunta domina nel cielo blu che si stende oltre le opere dell’Alighieri, fra mura cittadine e dannati, in una ridda di colori e impressioni che rendono l’opera carica di significati. Diciamo che non era facile districarsi fra impressioni fiorentine in un contesto fortemente senese. L’artista riesce nel suo intento ma riportando indietro le lancette della progressione artistica del drappellone, offrendo una ricostruzione forse fin troppo fedele del tema proposto. L’opera è oggi esposta a perenne memoria nella Contrada della Selva dopo la corsa vittoriosa dalla straordinaria Arianna con Eletto Alessandri detto Bazza.
Massimo Biliorsi