Confindustria sceglie i nuovi presidenti Bernini per la Toscana Sud, Landi a Siena

Saranno eletti nell’assemblea di giugno. Il vertice di Tls: "Saremo un triumvirato che legherà le imprese delle tre province. Qui c’è terreno fertile per nuove sfide industriali, come quella sui biofarmaci. Un laboratorio politico anche con i sindaci"

di Pino Di Blasio

"Il Consiglio generale di Confindustria Toscana Sud, terminate le fasi di consultazioni ha designato Fabrizio Bernini come presidente e contestualmente Fabrizio Landi come presidente della delegazione di Siena e Francesco Pacini come presidente di Grosseto. Fabrizio Bernini sostituirà Paolo Campinoti che terminerà il suo mandato con l’assemblea generale, e guiderà le imprese della Toscana del Sud nei prossimi quattro anni". La nota di Confindustria ufficializza una scelta, quella di Fabrizio Bernini, anticipata mesi fa. Toccherà alla nuova squadra, con Landi e Pacini a Siena e Grosseto, "traghettare il reticolo di imprese delle tre province in un contesto temporale tra i più complessi. La pandemia e la quarta rivoluzione industriale sono due spartiacque dalla portata immensa".

Non sorprende nemmeno la designazione di Fabrizio Landi, già vicepresidente con Campinoti al vertice."Confindustria Toscana sud - commenta Landi - ha dimostrato di non essere litigiosa e di puntare sui tre settori chiave nel formare la squadra di vertice: scienze della vita, informatica e chimica. Alla prossima assemblea generale, a Siena agli inizi di giugno, cercheremo di avere anche un ministro, Giorgetti o Cingolani. Con Bernini e Pacini agiremo come un triumvirato per esaltare la forza della Toscana sud".

Non sembra un momento particolarmente roseo...

"Al contrario. Ho incontrato un centinaio di imprenditori del manifatturiero in provincia, che hanno confermato di reggere bene la crisi. Dal camper agli accessori per mobili, dalla farmaceutica alla meccanica e piccole acciaierie hanno tenuto. Certo, ci mancano pezzi importanti, come le materie prime".

Perché è così ottimista?

"L’ultimo studio pubblicato sul Sole 24Ore sulle province con l’atteggiamento più favorevole verso le imprese, vede Siena al 15° posto in Italia. Milano è prima, Bologna è terza, Firenze è quarta e, tra le toscane, c’è solo Pisa davanti a Siena. E’ indice della capacità di innovare, di avere tante start up, di riuscire ad attirare imprenditori stranieri con atteggiamenti e azioni che sono un humus fertile".

C’è una priorità nel programma di Confindustria?

"Vorremmo portare avanti un marchio Toscana, che leghi con la qualità tutto ciò che si produce nel territorio. L’intero sistema produttivo potrà trarne beneficio e creare occupazione e ricchezza".

Faccia un esempio...

"Se penso al settore delle Scienze della Vita non guardo solo ai successi di Tls, ma anche a ciò che ha fatto Aboca a Sansepolcro e Arezzo. Qui si possono fare buone cose, oltre a vino, olio e prosciutti. Anche facendo farmaci o informatica, come fa a Chiusi la Readytec. Se riusciamo a dare nuovo impulso all’industria, sarà un vantaggio anche per commercio e servizi".

La sfida sarà inventarsi un nuovo futuro?

"Il filo dell’industria lega la farmaceutica, l’agricoltura, il turismo di qualità, tra camper e tabilimenti termali. Nel sistema salute, nella sanità di domani, c’è anche l’intelligenza artificiale e le industrie hi-tech".

Difficile pensare a questa visione per il settore orafo di Arezzo.

"Pensi alle botteghe artigiane del Rinascimento, come quelle del Verrocchio e di Cimabue. Attiravano talenti e sono stati capaci di produrre la fetta più grande di arte nel mondo. La stessa cosa che ha fatto Rappuoli in Tls, che ha prodotto risultati comparabili a quelli delle grandi industrie, con budget e personale inferiore di venti volte".

Quale sarà il vostro rapporto con la politica?

"Il ruolo dell’università è cruciale. Ma nel sud del Toscana si sono create condizioni interessanti; nonostante i sindaci delle tre città capoluogo abbiano un colore politico diverso dalle altre governance, è nata una sintonia e una visione strategica comune. Per questo penso che il sud della Toscana possa fare da laboratorio politico industriale per il resto dell’Italia. Siena è troppo piccola per giocare un ruolo cruciale. Insieme ad Arezzo e Grosseto e poi, forse, alle altre province toscane, sarà più importante a livello nazionale".

Politici, sindacati e imprenditori vogliono un’altra industria farmaceutica a Siena..

"E’ giusto che Siena si candidi ad essere ancora più manifatturiera nel settore. Non c’è concorrenza, sono progetti in parallelo con quello che fa Gsk a Rosia. Qui c’è una cultura diffusa sulle scienze della vita, a Tls non abbiamo mai avuto problemi. E non esiste competizione".

Non è preoccupato per i tempi degli anticorpi?

"Abbiamo fatto i calcoli, da 10 a 20 milioni di persone nel mondo potranno ammalarsi anche dopo le vaccinazioni. Non arriveremo tardi, siamo solo agli inizi della battaglia".