
Il preside Perrotta: "Dei 227 alunni di scuola media e del biennio superiore circa il 40 per cento sono minorenni e in obbligo scolastico".
"Siamo la scuola che fornisce agli adulti italiani una seconda possibilità, e una prima opportunità agli stranieri decisi a imparare la lingua del nostro Paese". Domenico Biagio Perrotta (foto) è il dirigente del Centro per l’istruzione per adulti, una realtà attiva a livello provinciale che ha la sede legale a Poggibonsi in viale Garibaldi e che conta più di 2mila corsisti suddivisi tra i vari plessi (Valdelsa, Amiata, Valdichiana, Siena) e nelle case di reclusione di Santo Spirito e di Ranza. Alle aule di viale Garibaldi a Poggibonsi si unisce lo spazio a Salceto, all’ultimo piano del palazzo che ospita anche il Centro per l’impiego.
"Allievi di tante nazionalità diverse, un numero in doppia cifra, e non si sa quanti dialetti – osserva Perrotta – in una comunità educante nota con l’acronimo Cpia: un insieme di scuole statali a pieno titolo, nell’ambito del ministero dell’Istruzione, che realizzano un’offerta formativa per adulti e giovani che non hanno assolto l’obbligo di istruzione o che non sono in possesso della licenza media". È qui che può trovare concretezza anche l’idea di integrazione fra le differenti etnie. Un chiaro segnale, in proposito, è rappresentato dalla continua crescita nelle iscrizioni: "Un trend che fa registrare incrementi in media del 20% all’anno, nel periodo post pandemia. Vogliamo condurre ogni cittadino adulto a conseguire un titolo di studio, possibilmente il diploma di scuola superiore", spiega il preside.
Che rimarca anche l’importanza del Cpia 1 nella lotta alla dispersione e all’abbandono scolastico: "Dei 227 alunni che frequentano percorsi di scuola media e del biennio superiore, circa il 40 per cento sono minorenni e in obbligo scolastico. Poggibonsi del resto ha una sua storia in questo settore – aggiunge Perrotta – che deriva dall’esperienza del Centro territoriale permanente all’interno dell’Istituto comprensivo 1. Da un decennio i Centri sono autonomi".
Attività didattiche molto richieste: "Sì e per questo avremmo bisogno di spazi adeguati – conclude il preside Perrotta – perché una scuola senza una sede propria, ma in condivisione, non è riconoscibile e non costituisce un riferimento per il territorio. Occorre risolvere il problema investendo risorse secondo le esigenze dell’utenza, soprattutto nei comuni di Siena e Poggibonsi".
Paolo Bartalini