Bellavista fa discutere. Opposizioni all’attacco

Angela Picardi, capogruppo della civica Poggibonsi Merita chiede risposte concrete e rapide alle amministrazioni.

Bellavista fa discutere. Opposizioni all’attacco

Il Ponte di Bellavista è chiuso ormai da quasi tre anni e adesso le forze politiche di opposizione vanno in pressing sollecitando le amministrazioni

Forze politiche di opposizione in pressing sulle questioni di Bellavista. In attesa dell’incontro di martedì, da parte del Comune e della Provincia con la comunità locale, la lista civica Poggibonsi Merita, per voce di Angela Picardi nel suo ruolo di capogruppo, elenca una serie di argomenti sui quali, a suo giudizio, le amministrazioni devono ancora rispondere in modo certo: "Ci auguriamo che venga chiarito – afferma Picardi - perché non sia stata utilizzata la procedura d’urgenza per la ricostruzione del ponte; perché sia stato conferito a uno Studio di Perugia, con affidamento diretto per l’importo di circa euro 130mila, l’incarico di analizzare lo stato dei luoghi e presentare il progetto per la ricostruzione; perché la Provincia abbia aggiudicato provvisoriamente l’appalto prima di accertarsi se il requisito mancante fosse sanabile oppure no; perché non sia stato realizzato un ponte provvisorio; perché chi era stato incaricato della manutenzione del ponte non si sia accorto dello stato di degrado in cui lo stesso versasse. Il sindaco Cenni con l’incontro del 17 settembre a Bellavista alla presenza del Presidente della Provincia, l’Ufficio progettazione opere pubbliche della Provincia di Siena e la giunta comunale, pensa di chiarire una volta per tutte la situazione del ponte che tutti conoscono: dopo ben tre anni dalla chiusura del ponte e due anni dalla sua demolizione, non c’è alcun segnale sull’inizio dei lavori. I centri di Bellavista e Staggia - conclude Angela Picardi per Poggibonsi Merita - in conseguenza degli errori commessi nella gestione di questa grave situazione dal Pd sia a livello locale, che provinciale e regionale, continueranno a rimanere divisi per chissà quanto tempo e a subirne, anche sul piano economico, le disastrose conseguenze.