Crisi Beko: finalmente è arrivata la data di convocazione del tavolo nazionale al ministero delle Imprese e del made in Italy, che aprirà le porte a sindacati e azienda il 7 novembre alle 17,30. "Stavolta ci presenteranno il conto – commenta la segretaria di Fiom Cgil, Daniela Miniero – e spero che non sia salato. Beko deve chiarire investimenti e disinvestimenti rispetto ai siti italiani e offrire una panoramica internazionale". E ancora: "C’era urgenza del tavolo nazionale, che attendevamo da settembre – conclude Miniero –. Non è che se non si parla di licenziamenti, non c’è la crisi. In ogni caso, faremo pressione sul Governo affinché eserciti il suo ruolo. Al contempo metteremo in atto azioni unitarie per tenere alta l’attenzione sulla vertenza, che rischia di avere impatti altissimi su tutto il territorio".
"Speriamo che al tavolo, Beko non presenti solo criticità, ma anche proposte – auspica Giuseppe Cesarano, segretario Fim Cisl –. Di sicuro daranno i numeri del piano industriale e forse chiederanno ammortizzatori sociali. In ogni caso non mi aspetto totale chiarezza, Beko cercherà di prendere tempo. Per noi il tema è essere pronti a tutto".
"L’accordo firmato in Regione ha grande valenza politica – ribadisce Massimo Martini, segretario Uilm –. Se c’è interesse da parte di Beko si scoprirà il 7 novembre, quando l’azienda sarà costretta a parlare chiaro". Martini entra nel dettaglio: "In questo periodo si elabora il Profit plain, cioè il piano contenente il rapporto tra costi e profitti. Ho l’impressione che Siena possa andare verso un ulteriore calo della produzione, a causa della concorrenza cinese nella vendita dei prodotti Small. L’azienda quindi deve dire quali sono i progetti per ogni sito". E infine: "In termini di volumi, sui mercati sta pagando il settore dei ’freddo’, quindi – conclude Martini – noi teniamo le orecchie aperte sul futuro del sito di Siena. Il Golden power? Penso abbia un valore soprattutto politico, oltre che giuridico. Beko chiederà ammortizzatori sociali per prendere tempo, ma questo gioca a sfavore dei lavoratori, viste le evoluzioni del mercato".
Cristina Belvedere