"Ancora troppi positivi Obbligati all’over-triage"

Il direttore del pronto soccorso, Giovanni Bova e gli effetti dell’ondata Omicron "Venti pazienti con il Covid ogni giorno, serve più collaborazione col territorio"

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La media è dura da digerire: circa venti pazienti positivi al giorno che bussano al pronto soccorso. Molte volte sono asintomatici, ma non riescono ad essere intercettati dalle strutture del territorio, in affanno per l’ondata Omicron. E il pronto soccorso delle Scotte è costretto all’over-triage: accogliere più pazienti di quelli che può permettersi. Un lavoro che vede in prima linea Giovanni Bova, direttore del pronto soccorso e la sua squadra.

Bova, qual è la situazione attuale al pronto soccorso?

Abbiamo una media di circa 110 accessi al giorno con un’alta percentuale di pazienti positivi al Covid che incide sui tempi di cura e assistenza. Abbiamo registrato anche picchi con 32 persone positive i nell’area Covid del pronto soccorso in un giorno. Molti sono pazienti anziani che arrivano da altre strutture solo per la loro positività perché in realtà, per le loro patologie, potrebbero essere assistiti presso le cure intermedie che devono essere attivate celermente sul territorio per poter dare una risposta a questo particolare bisogno di salute, diventato ormai impellente in questa fase della pandemia. È quindi necessaria la collaborazione da parte di tutti. Ringrazio a tal riguardo la nostra direzione per l’impegno quotidiano nel supportarci.

Quali pazienti si presentano?

La grande diffusione del contagio nella popolazione ha aperto uno scenario nuovo. Molti pazienti non hanno l’infezione da Covid-19 come patologia prevalente ma come comorbilità, oppure hanno condizioni tali cui non sempre l’ospedalizzazione risulta la scelta migliore.

Come gestire situazioni di emergenza?

La strategia messa in campo dal 2020 ha seguito due linee: la tutela della salute e la selezione dei pazienti da inviare in area Covid. Le difficoltà del territorio ci hanno indotto a coinvolgere il pronto soccorso nel percorso Covid nell’intento di “filtrare” meglio i pazienti a seconda delle loro caratteristiche.

Quale rapporto con le associazioni di volontariato?

Rispetto e reciproca collaborazione. Ci sono momenti in cui le attese possono aumentare ed è quindi necessario comprendere la difficoltà del momento, nell’interesse del paziente. Sarebbe molto utile, a tal riguardo, che i trasporti sanitari dei pazienti in dimissione fossero garantiti anche oltre le ore 20 perché se un paziente si può dimettere anche dopo le 20 è molto meglio riuscire a farlo tornare a casa anziché trattenerlo in pronto soccorso, sia per la sua serenità che per la possibilità di liberare posti letto per altri pazienti in arrivo.

Come spiega l’aumento degli accessi?

È dettato dai quei circa 20 pazienti positivi che arrivano in media ogni giorno, spesso perché non intercettati dalle strutture territoriali in affanno a causa dei numerosissimi contagi. Nonostante non tutti necessitino dell’intervento dei nostri professionisti, abbiamo accettato un “over-triage” in ingresso, garantendo all’area vasta tutto il supporto necessario, ma chiedendo altrettanta disponibilità per il cosiddetto back-trasfer. Abbiamo in tale ambito sempre adottato strategie di condivisione con gli ospedali del territorio ma è necessaria maggiore collaborazione anche perché come centro hub ogni giorno l’Aou Senese, con il suo Pronto Soccorso, è anche il terminale di pazienti con varie patologie tempo-dipendenti, grossi traumi e non solo.