Anche la Consob dopo la Procura fa ricorso contro le assoluzioni

Derivati Mps, le opposizioni alla sentenza. L’avvocato Pisillo: "Inammissibile"

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MILANO

Una cinquantina di pagine il ricorso in Cassazione, presentato dalla procura di Milano, contro la sentenza di appello che ha assolto i 13 imputati, tra cui Mussari e Vigni, più Banca Mps, Deutsche Bank e Nomura, per il caso dei derivati Alexandria e Santorini. Ben 124 pagine il ricorso dell’avvocato Deborah Spedicati, procuratore della Consob, che chiede di riformare la sentenza, motivando la richiesta con "inosservanza o erronea applicazione dell’art. 185 del TUF, mancanza, contraddittorietà e manifesta illogicità della motivazione in relazione all’asserita insussistenza del requisito della falsità delle notizie del reato di manipolazione del mercato Si impugnano - continua il ricorso - i capi ed i punti della sentenza d’appello con i quali il giudice di secondo grado ha ritenuto non integrato l’elemento della falsità delle notizie contenute nei comunicati di Banca Mps relativi ai bilanci dal 2008 al 2011 e alle relazioni finanziarie al 31 marzo, 30 giugno e 30 settembre 2012 con riferimento alla fattispecie di manipolazione informativa del mercato".

L’avvocato Duccio Panti, legale di alcune parti civili associate a Confconsumatori commenta: "Non so dire se era atteso il ricorso in Cassazione, sicuramente era auspicato. Alcune parti della sentenza della Corte d’Appello sulle assoluzioni ci hanno lasciato perplessi. Anche la Consob ha presentato ricorso, ottima notizia, anche per le argomentazioni tecniche bancarie".

Di parere opposto l’avvocato Fabio Pisillo, uno dei difensori di Giuseppe Mussari: "Ritengo che il ricorso della Procura di Milano sia inammissibile perché fuori dai limiti delle censure che si possono far valere dinanzi alla Cassazione che è Giudice di legittimità. Infatti tutto il ricorso lamenta soltanto l’erronea applicazione dei principi contabili IASIFRS nella redazione dei bilanci e quindi cerca di contrastare valutazioni di merito, peraltro più che correttamente fatte dalla Corte d’Appello di Milano, su cui la Cassazione non può esprimere giudizi di merito".