L’arcivescovo di Siena da Alex Zanardi. "E’ forte, prego per lui"

Visita privata di monsignor Lojudice. Stabili le condizioni del campione Perizie affidate a inizio settimana: anche l’asfalto nel mirino della procura

Alex Zanardi è tornato a casa dopo l'incidente

Alex Zanardi è tornato a casa dopo l'incidente

Siena, 28 giugno 2020 -   Papa Francesco ha preso carta e penna affidando a una lettera su La Gazzetta dello Sport la sua vicinanza ad Alex Zanardi. E venerdì è stato alle Scotte dal campione, in visita privata tanto che si è saputo solo ieri, anche l’arcivescovo di Siena Augusto Paolo Lojudice. Si è recato in terapia intensiva.

«Mi sono fermato per qualche momento in preghiera davanti a Zanardi – ha spiegato – e lo stesso ho fatto per tutti gli altri ricoverati nel reparto». «Una piccola visita molto privata – prosegue –, del resto anche il Papa in questi giorni ha parlato di Zanardi». Lojudice ha incontrato il primario «che mi ha detto sulle condizioni ciò che i medici hanno riferito ai giornalisti. La situazione è seria ma ho letto una certa speranza. Il colpo è stato forte ma anche Zanardi fisicamente lo è».

Si apre una settimana importante per l’inchiesta sull’incidente avvenuto sulla Sp 146. Ma sarà forse decisiva anche per l’effettiva valutazione, in particolare sotto il profilo neurologico, delle condizioni del campione che è tuttora in coma farmacologico. Il passaggio chiave dell’indagine, condotta dal pm Serena Menicucci, sarà l’affidamento delle consulenze che avverrà a inizio settimana. Una si concentrerà sull’effettuazione della copia forense dei dati del ciclocomputer del ciclista che seguiva il campione e anche del cellulare di Zanardi. L’altra sull’incidente. Sulla ricostruzione della dinamica peraltro già cristallizzata in un video.

Bisognerà capire però cosa ha determinato quel movimento anomalo della ruota della sofisticata handbike di cui si chiederà al consulente di verificare se era omologata per circolare su strada. Si tratta di un tipo che non ha schienale con telaio in carbonio all’interno del quale occorre scivolare e che consente anche l’uso dei muscoli del tronco per aumentare la spinta. Un difetto della strada potrebbe aver vanificato questa tecnica. Si è verificato un cedimento strutturale oppure Zanardi si è trovato di fronte il tir di colpo e si è spaventato? Una frenata improvvisa? Interrogativi che si aggiungono agli accertamenti sul fondo della Sp 146. I carabinieri sono stati visti di nuovo sul posto: scattavano foto all’asfalto perché si vuole capire se, magari, la handbike può aver preso un avvallamento o una fessura tanto da scartare mutando la traiettoria. La competenza della strada, da circa un anno, è passata all’Anas. Poi c’è nell’inchiesta il nodo permessi. Una volta chiarito il tipo di evento in cui va inquadrata la staffetta tricolore e se necessitava il preavviso al questore, verranno tratte le conclusioni. Il ‘faro’ potrebbe essere l’articolo 18 del Tulps (Testo unico leggi di pubblica sicurezza). Si va sul penale, in caso di infrazione. «I promotori di una riunione in luogo pubblico o aperto al pubblico, devono darne avviso, almeno tre giorni prima, al questore. È considerata pubblica – recita l’articolo – anche una riunione, che, sebbene indetta in forma privata, tuttavia per il luogo in cui sarà tenuta, o per il numero delle persone che dovranno intervenirvi, o per lo scopo o l’oggetto di essa, ha carattere di riunione non privata».