"E’ un untore". Falso allarme: denunciata

Sindaco segnala ai carabinieri il messaggio virale di una dipendente comunale sulla ‘fuga’, mai avvenuta, di una donna dalla quarantena

Il trasporto in ospedale di un paziente “sospetto” (foto di repertorio)

Il trasporto in ospedale di un paziente “sospetto” (foto di repertorio)

Vezzano Ligure, 5 aprile 2020 -  «Non dormo da due notti, perché quel messaggio vocale ha creato non poco allarme e in questo momento di tutto c’è bisogno tranne che di seminare panico con notizie false, colpevolizzando ingiustamente persone che vivono situazioni difficili". E’ amareggiato e arrabbiato il sindaco di Vezzano Massimo Bertoni. Perchè quel messaggio vocale, passato di chat in chat fino a diventare virale, ha raggiunto ogni angolo del suo Comune diffondendo notizie riservate, notizie verosimili ma non vere e autentiche falsità. Doveva restare riservata l’informazione sui cittadini che hanno chiesto i buoni spesa al Comune,, verosimile che una persona messa in quarantena violi il divieto di uscire di casa ma non vero nel caso citato, falso che a Vezzano sia altissimo il numero dei contagiati. A diffonderle una dipendente comunale, ruolo che in qualche modo avrebbe potuto dare credibilità al messaggio e aumentato il panico.

La diffusione di un secondo messaggio che smentisce il primo non sembra sia bastata a spengere l’allarme tra i cittadini. "Abbiamo segnalato l’accaduto ai carabinieri – dice il sindaco – ne abbiamo parlato subito in giunta, con gli uffici, con il responsabile del settore dove lavora. Certo non possiamo ignorare una cosa del genere: dovremo prendere provvedimenti. Valuteremo la misura che ci consiglierà la segretaria comunale e, insieme al suo caposervizio, prenderemo il provvedimento che riterremo più giusto". Ma le conseguenze, per l’autrice del messaggio, rischiano di non essere limitate al posto di lavoro. Nel fascicolo aperto dai carabinieri potrebbe aggiungersi la denuncia della donna che nel messaggio viene additata come una sorta di untrice, citata con nome, cognome e indirizzo di casa, accusata di aver ignorato le prescrizioni della quarantena obbligatoria ed aver rischiato di contagiare altri. Il messaggio, a supporto delle accuse, dà per certo che l’intero condominio è stato messo in quarantena: notizia in realtà non vera.  

«Non possiamo proprio permetterci di passare sopra a una cosa del genere, che ha fatto male a Vezzano – spiega Massimo Bertoni – Mi ha chiamato per scusarsi ma le ho confermato che avrà conseguenze, anche se non so ancora dire quali. Ha diffuso anche informazioni interne al Comune senza rispetto per il lavoro dei colleghi che è molto delicato. E ha fatto del male a una persona che sta passando momenti difficili, con due figli minori e il convivente in ospedale, ma che non ha violato la quarantena. Sentirla piangere è stato doloroso". E nella storia si innestano le disfunzioni, organizzative e informative, del sistema sanitario.  

«Tutti in quel condominio avevano visto arrivare l’ambulanza e portare via il compagno dai militi completamente bardati – spiega il sindaco – ma lei si era subito messa in quarantena, già dal 9 marzo insieme ai bambini, e anche l’ex marito, citato nel messaggio, perchè era andato prima a trovare i figli. E’ vero era uscita di casa, ma era stata la stessa Asl a imporle di uscire per andare alla Spezia a rifare il tampone perché il primo lo avevano perso. Purtroppo nell’Asl c’è una disorganizzazione totale. Poi era andata in ospedale, da sola con la sua auto, perché stava male e i sintomi sembravano quelli del Covid ma l’esame è risultato negativo. Ora deve fare il secondo, ma questa volta verranno a casa e ho chiesto aiuto ai carabinieri per tenere sotto controllo la situazione che ora è diventata ancora più delicata. Il compagno oltretutto ha superato la fase critica ed è ora fuori dall’ospedale ancora sotto osservazione. Ma lei si è comportata bene, non è mai stata colta fuori di casa in violazione della quarantena e finora l’hanno aiutata gli amici: le portano la spesa ma la lasciano davanti alla porta di casa e lei apre solo quando se ne sono andati". Falsa anche l’informazione che a Vezzano si sarebbe registrato un focolaio e che i contagiati sarebbero molti di più rispetto ad altre aree della provincia. "I casi positivi – assicura il sindaco – li contiamo sulle dita di una mano. Anche se purtroppo è vero che noi non riceviamo informazioni ufficiali dall’Asl. E il numero delle persone in quarantena è perfettamente in linea con quello degli altri Comuni. Nella maggior parte dei casi si tratta di gruppi familiari. Dall’inizio dell’emergenza a Vezzano abbiamo avuto 5 decessi, tutte persone che avevano altri problemi gravi, quindi che non sono riconducibili solo al Covid. Tutti erano entrati in ospedale per le loro patologie pregresse, che certamente il virus può accelerare. L’Asl purtroppo, e lo abbiamo denunciato nell’incontro della Conferenza dei Sindaci con il prefetto, non avuto un briciolo di lucidità: dal primo momento avrebbe dovuto destinare un ospedale esclusivamente ai Covid e assicurarsi che nell’altro non arrivasse il contagio invece non è stato fatto". In diversi casi, sottolinea Massimo Bertoni, l’informazione sulle persone potenzialmente a rischio sono arrivati all’Asl dagli stessi Comuni. "All’inizio avevamo tutte persone in quarantena volontaria – spiega il sindaco – Ho avuto una persona che, rientrata da Milano, dopo aver tentato di comunicare il suo spostamento al numero verde della Regione, alla fine ha avvertito il Comune e si era subito messo in quarantena. E noi sindaci dobbiamo arrangiarci senza strumenti: ieri mattina ho portato io 400 mascherine alle commesse dei centri commerciali, dove vengono a comprare da tutti i Comuni vicini e io non so chi sono e se possono essere lì. E in questi giorni ho notato un notevole aumento del traffico. Ma la mia competenza in teoria è limitata ai rifiuti, ovvero a smaltire quelli delle persone in quarantena che è l’unica informazione che riceviamo dall’Asl".

Emanuela Rosi © RIPRODUZIONE RISERVATA