Sommozzatori scandagliano i Bozi. Si cerca il corpo di Paolo Luciani

Riprese le indagini dei carabinieri per l’uomo sparito 3 anni fa

I carabinieri del nucleo sommozzatori di Genova si immergono nei Bozi di Saudino

I carabinieri del nucleo sommozzatori di Genova si immergono nei Bozi di Saudino

Sarzana, 27 giugno 2018 - Una giornata intera di immersioni nei Bozi di Saudino: è lì che ora si cercano tracce di Angelo Paolo Luciani, il sarzanese scomparso tre anni fa dalla sua casa di Bradia. Hanno cominciato a immergersi alle 8 di ieri mattina i carabinieri del nucleo subacquei di Genova e continueranno oggi. Un intervento in collaborazione con i colleghi della compagnia di Sarzana. Sette i sommozzatori che si sono tuffati ripeturamente nelle acque dei due laghetti, hanno scandagliato i fondali cercando tracce dell’uomo o della sua Y 10. Un’attività avviata di concerto con la Procura della Spezia, dopo che il Gip Marta Perazzo aveva accolto l’opposizione all’archiviazione del caso fatta dal padre Luciano attraverso i legali dell’associazione Penelope di Genova.

E’ STATO deciso di battere la zona dei Bozi, proprio perchè alcune testimanze quello era un luogo dove Paolo Luciano si sarebbe recato più volte a meditare. Alcuni giorni, sempre nella zona dei ‘Bozi’ le stesse squadre del nucleo carabinieri subacquei di Genova e scandagliando nelle acque avevano portato alla luce fucili, cassette di sicurezza, monili ed orologi: la zona era stata scelta dai ladri per spartirsi la refurtiva e disfarsi degli oggetti di scarso valore lanciandoli in acqua. Anche ieri mattina sono stati portati alla luce alcuni piatti e monili frutto di furti. Nessuna traccia però di Paolo Luciani e della sua auto e il mistero resta aperto.

L’UOMO era sparito la sera del 3 novembre 2015 dalla sua casa a Bradia lasciando la cena a scaldare sul fornello. L’ultimo segnale il giorno successivo, alle 8,55: la sua presenza in una piazzola attrezzata sulla strada fra Fosdinovo e Ponzanello era stata rilevata attraverso il Gps dell’auto. Continua a lottare per avere risposte il padre Luciano Luciani. Era stato proprio lui ad accorgersi della scomparsa del figlio la mattina del 4 novembre: aveva trovato il portone chiuso con un solo giro di chiave e sul fuoco i resti bruciati della cena, gli amati animali abbandonati. Paolo, secondo una ricostruzione fatta, si sarebbe allontanato a bordo della sua Y10, un modello vecchio di oltre vent’anni, bianca targata Roma 78173W. Sul mezzo era installato un sistema Gps di cui era stato rilevato l’ultimo segnale sulla strada fra Fosdinovo e Ponzanello, dove Paolo Luciani sarebbe stato visto anche da un operaio. Tre anni fa erano state accurate le battute da parte dei carabinieri della compagnia di Sarzana, dei vigili del fuoco e dei volontari. Avevano interessato anche la zona di Molicciara dove era stato agganciato il cellulare di Paolo il giorno dopo la sua scomparsa. Battute erano state fatte anche dai numerosi amici che avevano controllato palmo su palmo una vasta area di Fosdinovo. Poi sulla vicenda è calato il silenzio fino alla decisione del Gip di ripartire.

C.G.