Niente interventi a agosto. Ospedale, sale la protesta

Terza giornata di sit in di Usb, Nursind e Manifesto per la sanità locale Valter Chiappini: "In questo modo resteranno indietro duecento operazioni"

Donatella Riccio (Nursind) e Valter Chiappini (Usb) durante il sit-in

Donatella Riccio (Nursind) e Valter Chiappini (Usb) durante il sit-in

Sarzana, 23 luglio 2021 - Oltre 1000 le firme che il Manifesto per la sanità locale ha raccolto durante i tre presidi allestiti nelle piazze di Sarzana e di Spezia nelle ultime settimane, di cui l’ultimo, proprio ieri mattina, davanti alla Cattedrale di Santa Maria. L’intento è quello di risvegliare la coscienza collettiva per fare in modo che Asl 5 non possa far altro che ripristinare almeno tutti i servizi sanitari che riusciva a garantire in periodo pre covid. Si, perché oltre agli svariati reparti che tutt’oggi non riescono a offrire prestazioni alla cittadinanza che attende da mesi una visita o, peggio ancora, un intervento, è notizia recente che per tutto il mese di agosto, il blocco operatorio del San Bartolomeo, resterà chiuso. "A Sarzana con le 6 sale operatorie esistenti e ben strutturate – ha commentato il responsabile provinciale di Usb Valter Chiappini – potrebbero essere garantiti più di 20 mila interventi d’elezione all’anno, questo se si assumesse personale. Si fa presto a dire che in vista della chiusura di agosto, nelle ultime due settimane sono stati incrementati gli interventi giornalieri di 4 unità. Chiudendo per un mese intero ne resteranno indietro più di 200". Quello della mancanza di personale, in Asl 5, è un problema antico. Adesso si aggiunge l’inadeguatezza dei contratti in essere, soprattutto quelli che coinvolgono i medici. "Diversi contratti stipulati con i medici in fase emergenziale sono stati interrotti – ha aggiunto l’ex primario di Pneumologia e membro del Manifesto Pier Aldo Canessa –. I medici che continuano a vaccinare si stanno riducendo, in più sono svariati coloro che, per vari motivi, si stanno via via defilando. Per proseguire con le vaccinazioni si stanno quindi reclutando medici direttamente dagli ospedali distogliendoli dalle loro mansioni abituali. È chiaro che certi servizi continueranno ad essere lasciati indietro". In piazza a difesa dei diritti degli infermieri e della popolazione anche Donatella Riccio di Nursind che ci ha informato su quella che è la situazione del pronto soccorso pediatrico spezzino. "Chiudere il pronto soccorso riservato ai più piccoli dopo le 20 – ha aggiunto – è veramente una scelta scellerata. A quell’ora i pediatri che hanno abitualmente in carico i bambini non sono più in servizio, quindi un genitore che si ritrova a vedere il proprio figlio stare male di notte è obbligato a rivolgersi al classico pronto soccorso che già presenta tutte le sue criticità". La chiusura è stata chiaramente dettata dalla mancanza di personale, ma non sarebbe stato meglio forse, se proprio si doveva fare, ridurre il servizio durante l’orario mattutino o pomeridiano? Elena Sacchelli