Fabrizio Accorsi, giramondo da oltre 40 anni

Dopo una laurea in lettere con lode e qualche anno d’insegnamento a 27 anni decide di mettersi alla prova, di esplorare l’imprevedibile, l’ignoto, e parte

Fabrizio Accorsi con la compagna Patrizia

Fabrizio Accorsi con la compagna Patrizia

sarzana, 30 aprile 2019 - Che la vita sia un viaggio è una metafora ben nota. Ma quando la vita è spesa in viaggio, quando realmente giorni, settimane, anni si susseguono in continuo movimento intorno al mondo, allora la metafora scompare. È così che vive da più di quarant’anni Fabrizio Accorsi insieme alla compagna Patrizia. "L’aver incontrato una persona con la stessa mia visione del mondo, con lo stesso impegno a vivere il presente, disposta come me a barattare la certezza con l’incertezza, questa la vera fortuna", scrive. Sarzanese di origine, dopo una laurea in lettere con lode e qualche anno d’insegnamento a 27 anni decide di mettersi alla prova, di esplorare l’imprevedibile, l’ignoto, e parte. Il libro ‘Il nostro canto libero’ racconta la genesi del viaggio, le prove generali fatte con Patrizia in un furgone per testare la capacità di sopportazione reciproca. Ma tale era la loro sintonia, il loro entusiasmo che fu loro subito chiaro che quel tipo di vita scelta era perfetta per entrambi.

Fabrizio racconta come a bordo di un camper si sono diretti verso l’India attraversando Grecia, Turchia, Afghanistan e Iran, racconta dei compagni di viaggio, di Manrico, aiuto prezioso. La sua descrizione dell’Iran è di un mondo che non esiste più, risale al 1975, da lì a qualche anno la rivoluzione khomenista avrebbe cambiato il volto del Paese. Affascinanti le sue descrizioni, soprattutto quando parla dell’incontro con un falso santone o di quando si improvvisa saltimbanco per salvare una bambina sepolta viva nella sabbia. Il percorso è ancora lungo, seguiranno altri continenti, altri mezzi di trasporto... Certo i soldi non durano per sempre, la loro idea di recisione totale del cordone ombelicale voleva dire anche svincolamento dalle fonti di reddito del suo Paese e quindi l’ adattamento a molteplici lavori. Patrizia ha lavato piatti, servito a tavola, Fabrizio ha fatto il saldatore e tradotto in italiano una guida dopo un fortuito incontro con un greco che a sua volta l’aveva tradotta nella sua lingua. Poi l’organizzazione di mini-crociere in Belize, la creazione di magliette aerografate, oggetti di bigiotteria e tanto altro ancora. I primi lavori in Australia dove per poter partire sono costretti a impegnare lui la sua Olivetti e lei la sua chitarra.

Pagine bellissime sono quelle in cui si parla di Andrea, un Labrador capace di cantare e non solo.

"L’aver imparato a considerare il viaggio in sé più importante della destinazione – scrive Fabrizio – è la mia rivalutazione del concetto di viaggio. Sta qui il segreto". Non mancano avventure pericolose, in Marocco per esempio o in un’isola della ex yugoslavia, tutto senza gravi conseguenze fortunatamente. Quello che sente di dover trasmettere Fabrizio è l’idea che non esiste una vita ideale, la vita ideale è quella che si è capaci di mettere in pratica.

Cecilia Romano