Sicurezza: cave di marmo, un progetto per proteggere i lavoratori

Un'azienda sarzanese coordina un progetto finanziato dalla Regione per prevenire gli smottamenti dei fronti di cava

Al lavoro in una cava di marmo  (foto d’archivio)

Al lavoro in una cava di marmo (foto d’archivio)

Sarzana (La Spezia), 3 aprile 2018 - E’ un'azienda sarzanese a coordinare il gruppo di imprese che ha sviluppato un progetto di studio sulla sicurezza nel lavoro alle cave di marmo approvato e finanziato dalla Regione Toscana. L’azienda è la ‘Lunitek’, specializzata da anni in sensori, strumenti di misura, sistemi di controllo e software di elaborazione e report dei dati. In collaborazione con la Cooperativa dei Tecchiaioli APPian e la società Santucci Graniti, entrambe di Carrara, la Lunitek ha proposto una sperimentazione di 18 mesi di un sistema che possa prevenire gli smottamenti dei fronti di cava utilizzando una tecnologia innovativa elaborata dal Politecnico di Torino. «E’ un onore – dichiara Mauro Spampani, amministratore della Lunitek – per il nostro gruppo avere ottenuto questo importante riconoscimento da parte della Regione Toscana che premia la nostra dedizione nello sfruttamento delle moderne tecnologie applicate al monitoraggio strutturale soprattutto per un tema così tristemente attuale come quello della sicurezza sul lavoro». Il progetto si chiama ‘Monfron’, acronimo di Monitoraggio dei fronti di cava. E’ stato curato in collaborazione con il Politecnico di Torino, con lo studio di Geologia di Marco Zanicchi di La Spezia e lo studio di Luca Ragoni di Carrara e prevede un investimento di quasi un milione di euro con un contributo da parte della Regione di circa 500 mila euro.

Il progetto vedrà una lunga e approfondita sperimentazione nella cava Collestretto nel bacino di Torano proprietà dei Fratelli Conserva. La Regione Toscana aveva, infatti, stanziato 8.5 milioni di euro per progetti di ricerca e sviluppo ed ha ritenuto di investirne quasi 500 mila nel progetto ‘Monfron’ a dimostrazione dell’importanza del tema della sicurezza dei cavatori e della professionalità delle società coinvolte, dei consulenti e del Politecnico di Torino. «E’ nostra intenzione – conclude Marco Spampani – mettere a sistema i risultati che otterremo con questa sperimentazione nella ragionevole speranza che possano rappresentare un ulteriore miglioramento della qualità e della sicurezza dei lavoratori».