"Barriere antirumore troppo brutte". Ai Prati si leva una nuova protesta

La posa ottenuta dopo lunghe battaglie per mitigare i rumori dei treni. Ma ora c’è chi contesta il lato estetico

"Barriere antirumore troppo brutte". Ai Prati si leva una nuova protesta

"Barriere antirumore troppo brutte". Ai Prati si leva una nuova protesta

"Le barriere antirumore ai Prati di Vezzano sono brutte". E’ questo lo spiacevole epilogo di una storia lunga dieci anni, giocata prima sui tavoli di concertazione, poi in tribunale, quando un gruppo di cittadini, in testa Mario Bonelli, chiedevano con disperazione la posa dei pannelli fonoassorbenti perché le loro abitazioni, distanti poche decine di metri dai binari ai Prati, erano devastate dai rumori, soprattutto notturni. Un pugno di ferro con le Ferrovie dello Stato, poi nel corso degli anni portato avanti da Bonelli con la causa finalmente vinta. Da lì la posa dei pannelli. Qualche mese fa una nuova protesta, perché il cantiere era stato aperto solo da un lato: i pannelli posti solo a sinistra e non anche a destra, lamentavano alcuni, scombinavano l’acustica provocando un’eco dall’altra parte del quartiere, oltre i binari, oltre le barriere.

Adesso inizia la terza protesta: le barriere sono ‘esteticamente’ imponenti, troppo. Troppo alte, troppo spesse, troppo verdi. Neanche trasparenti, impediscono di vedere oltre, limitano l’orizzonte. E’ questo che lamentano alcuni residenti che parlano di vero e proprio scempio: "Dopo il muro di Berlino adesso c’è la barriera di Vezzano, muri di tre metri con sopra le barriere alte 6 metri, ci stanno togliendo profondità e luce, paesaggisticamente un obbrobrio. I residenti sono arrabbiatissimi, specialmente noi di via Termo dove non abbiamo mai chiesto le barriere. La cosa più grave è che non sono nemmeno trasparenti, ma in ferro verde scuro".

Una storia che sembra nata sotto una cattiva stella. Lo stesso Bonelli, ‘stappando la bottiglia’ per la causa vinta, aveva saputo delle immediate lamentele di altri abitanti, invitandoli però ad avviare anche loro cause legali, come aveva fatto lui personalmente. Per quanto riguarda il punto di vista estetico, qualcuno, relativamente a un’iniziale lamentela anche su questo, invitò a contattare gli uffici e la Sovrintendenza. Si apre quindi un nuovo capitolo, il terzo, sulle barriere antirumore dei Prati, dove non è escluso possa partire una raccolta di firme.

Cristina Guala