Agli Impavidi ci sono Achab e Moby Dick nel bicentenario della nascita di Melville

Giovedì sera uno spettacolo da poter seguire direttamente sul palco. Anche una mostra a tema a cura degli Scarti

Achab e Ismaele in scena

Achab e Ismaele in scena

di Marco Magi

Sarzana, 18 aprile 2019 – Un appuntamento imperdibile per chiudere la Stagione di Prosa al Teatro Impavidi, giovedì 18 aprile, alle 21, con 'Moby Dick', nel bicentenario della nascita del suo autore Melville.

A portare in scena questa nuova versione teatrale del celebre romanzo, saranno Gianmarco Saurino (noto al grande pubblico per le sue interpretazioni in fiction di successo come 'Che dio ci aiuti' e 'Non dirlo al mio capo') e Stefano Sabelli (attore di teatro di lungo corso, che ha lavorato con alcuni tra i più grandi registi italiani da Orazio Costa, Patroni Griffi, De Simone etc etc), con musiche dal vivo di Giuseppe Spedino Moffa, per la regia di Davide Sacco.

Per lo spettacolo sono ancora disponibili biglietti: è prevista anche la possibilità per un numero limitato di spettatori di poter assistere direttamente sul palco, a stretto contatto con gli attori in scena (info 346 4026006 o a [email protected]).

Lo stesso giorno alle 20 sarà inaugurata l’esposizione nel Ridotto del Teatro dal titolo 'Melville, Moby Dick – una caccia lunga 8.000 anni': un’installazione a cura di Roberto Arata in collaborazione con Carla Isetta che sviluppa tre tematiche: il bicentenario della nascita di Herman Melville, il suo romanzo 'Moby Dick' con alcune tavole illustrative, e il tema della sopravvivenza della specie dei cetacei, oggetto di uno dei più grandi massacri da parte dell'uomo: ambiente, arte, letteratura e teatro si uniscono in un allestimento sorprendente che riproduce un grande scafo di una nave ricostruito nella sala del Ridotto del Teatro degli Impavidi (in collaborazione con l’area tecnica dell’associazione culturale Gli Scarti, che organizza la Stagione, in collaborazione con il Comune di Sarzana). L’esposizione è a entrata libera e rimarrà visitabile al pubblico per due settimane in orario di apertura della biglietteria del teatro e in occasione degli spettacoli in programma.

"Chiamatemi Achab. Chiamatemi Ismaele. Chiamatemi Nessuno!" Si apre e chiude navigando i mari dell'anima e dell'inconscio questa riscrittura dell'opera di Melville. Come pure, i grandi monologhi di Shakespeare, Moliere, Artaud – ripercorsi da Achab - che ne compongono le onde. In un mare che si fa oceano di conoscenza, il Capitano del Pequod si trasforma nei protagonisti del Teatro e della Letteratura d'ogni tempo, solcando i flutti e sfidando tutto e tutti per sete di sapere. Figlio naturale della cultura occidentale, Achab nella Balena bianca vede i limiti dell'uomo e si getta nel suo iperbolico insegui mento con l'unica fiocina per lui possibile: l'ostinazione al Sogno come sfida al Sonno della Ragione. "L'uomo non è mai padrone del suo destino se non insegue un sogno e se non ha l'ostinazione per realizzarlo, quel sogno!" Ad accompagnarlo su questi mari, Ismaele. Giovane, forte, bello, ancora inesperto ma non ingenuo. Del suo Capitano, Ismaele ammira il saper stare sull'onda, con ogni vento e tempo, nella sfida infinita a Natura, Fato, Divino. Riconosce e trova in Achab Re del dolore la tenacia e la capacità d'improvvisare, per andare oltre i suoi limiti.