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Hinthial, l'Ombra di San Gimignano, dal 1 Dicembre 2019 al 31 Maggio 2020

Esposta per la prima volta al pubblico al Museo Archeologico di San Gimignano, un’eccezionale statua in bronzo assieme al suo contesto rinvenuto nel territorio di San Gimignano

Hinthial, l'ombra di San Gimignano

Inaugurata il 30 novembre, presso i Musei Civici di San Gimignano, la mostra Hinthial. L’Ombra di San Gimignano presenta per la prima volta al pubblico un’eccezionale scoperta avvenuta sulle alture della Torraccia di Chiusi nel territorio di San Gimignano, a pochi passi dal corso del torrente Fosci, lungo le propaggini collinari che scendono da San Gimignano verso la Valdelsa.

La scoperta archeologica è avvenuta nel 2010 nel corso di lavori di ristrutturazione di un edificio privato. Durante le operazioni di scavo gli addetti ai lavori si sono imbattuti in un ritrovamento a dir poco sorprendente: adagiata sul fondo dello scasso era sepolta una statua in bronzo, deposta in posizione prona. 

Interrotti i lavori, a partire dal 2011, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo diede l’avvio a una serie di indagini, seguite da una campagna di scavi che hanno fatto emergere una straordinaria area sacra etrusca all’aperto, in uso per almeno cinquecento anni, dal III secolo a.C. fino al II secolo d.C. La statua risultava sepolta vicino ad un monolite in pietra squadrato che doveva fungere da altare e sul quale cui si compivano riti con offerte religiose alla divinità del luogo. Il blocco di pietra presentava tracce evidenti di esposizione al fuoco. Nelle vicinanze all’area sono state rivenute, anche, diverse monete, frammenti ceramici, unguentari integri e frammenti di laterizi. L’area sacra, inoltre, sorgeva in prossimità di una sorgente, potrebbe quindi essere ricondotta al culto per una divinità legata all’acqua e alla terra.

La straordinarietà della scoperta archeologica è soprattutto il ritrovamento dell’Offerente; una meravigliosa statua, del tipo dei bronzetti allungati di età ellenistica, che richiama, visivamente, la celebre Ombra della Sera di Volterra. L’opera, alta più di 64 cm è, al momento, la più elegante e raffinata nel nucleo dei bronzi allungati finora attestati. Come l’Ombra della Sera anche questa di San Gimignano appartiene ad una produzione seriale.  Si tratta di un’opera “colta” che presuppone i modelli della grande plastica del primo ellenismo con la reinterpretazione dell’ex-voto a fettuccia allungata di derivazione centro-italica, ancorato a forme della tradizione religiosa locale. Proprio nell’antica Velathri/Volterra, nella prima metà del III secolo a.C. dobbiamo immaginare l’opera e l’ambito culturale di provenienza dell’artista che creò l’Ombra di San Gimignano. Si può presumere che il luogo di culto della Torraccia di Chiusi costituisse uno dei santuari di confine del territorio Volterrano: la “chiusa” nascosta nel toponimo allude al percorso stradale pre-romano, imperiale e poi altomedievale che sarà la via Francigena e passa proprio per l’area sacra; le “fauci” celate nel nome del torrente Fosci, sono l’ingresso al territorio di Velathri/Volterra.

L’Ombra di San Gimignano è posta al culmine di un percorso espositivo, il cui titolo richiama il termine etrusco, Hinthial, traducibile allo stesso tempo come “anima” e “sacro” ed è concepito come un’immersione nel paesaggio sacro di San Gimignano in età etrusca e romana. L’incontro ravvicinato con l’Ombra vuole accompagnare il visitatore presso l’area di culto in un percorso rituale che richiama la gestualità e le percezioni dell’Offerente. Così questo capolavoro toreutico risorge dalla sua sepoltura e ci racconta delle speranze, delle preghiere e delle offerte avvenute per più di cinque secoli in questo luogo sacro che sorgeva in un’area di confine dei territori dell’antica Volterra in età ellenistica.

L’esposizione, curata da Enrico Maria Giuffrè e Jacopo Tabolli è promossa dal Comune di San Gimignano e dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo, con la collaborazione organizzativa di Civita Group ed ha ricevuto il patrocinio della Regione Toscana. I restauri dei reperti sono stati eseguiti con il contributo della Fondazione Monte dei Paschi di Siena mentre la rivista Archeo supporterà l’esposizione attraverso una partnership editoriale.

1 Dicembre 2019 - 31 Maggio 2020 San Gimignano, Museo Archeologico, www.sangimignanomusei.it [email protected] call center info e booking  0577/286300