Regionali, la beffa: Prato perde un consigliere. La legge elettorale penalizza la città

Ciolini (Pd) sembrava eletto fino all’una di notte, poi il sorpasso da Firenze. Non ce l’hanno fatta nemmeno Spada (Lega) e Cenni (FdI)

Il consigliere uscente del Pd, Nicola Ciolini

Il consigliere uscente del Pd, Nicola Ciolini

Prato, 23 settembre 2020 - Quasi sedicimila preferenze non fanno un consigliere regionale. E’ il paradosso con il quale si trova a fare i conti la provincia il giorno dopo il voto per la Regione che ha visto trionfare ancora una volta il centrosinistra. Nonostante le speranze, nella notte fra lunedì e martedì sono sfumate tutte le possibilità di elezione per Nicola Ciolini (Pd), Daniele Spada (Lega) e Gianni Cenni (Fratelli d’Italia), su sponde diverse nella sfida elettorale ma accomunati dalla stessa amarezza e beffati dalla stessa legge elettorale che penalizza fortemente Prato.

Nella ripartizione dei seggi in consiglio, infatti, contano i voti assoluti dei partiti e non le percentuali (e poi si passa alle preferenze per assegnare l’eventuale posto ai consiglieri più votati). La nostra provincia, piccola e con meno votanti rispetto a quasi tutte le altre, ha pagato un dazio pesantissimo nonostante l’ottima performance del Pd e di Fratelli d’Italia, cresciuti rispetto alle europee, e gli ottimi riscontri personali dei tre consiglieri. Così Prato adesso si ritrova con un solo consigliere, Ilaria Bugetti (Pd), invece dei due che aveva nel mandato appena concluso. La provincia, con i numeri usciti dai seggi, è chiaramente sottorappresentata e per questo il sindaco ha subito messo le cose in chiaro fin da lunedì sera: che Prato debba avere un assessore non si discute nemmeno. di più, e che fino quasi all’una di notte era dentro, è Nicola Ciolini, consigliere uscente del Pd. Le sue 9mila preferenze sembravano sufficienti a far scattare il secondo seggio pratese, invece la parte finale dello scrutinio di Firenze ha riservato la brutta sorpresa: ce l’ha fatta Andrea Vannucci, terzo eletto del Pd nel collegio di Firenze 1.

«Purtroppo abbiamo perso un consigliere pur con un ottimo risultato – sottolinea Ciolini – Tra i secondi di lista sono il terzo più votato in tutta la Toscana, ma non è bastato. Resta l’amarezza per una legge che ci penalizza molto . Mi hanno fatto piacere i tanti messaggi che mi sono arrivati e che testimoniano la stima dei mei confronti, in molti pensavano che con 9mila preferenze ce l’avessi fatta. Prato adesso è sottorapresentata". Cosa c’è nel futuro di Ciolini? "Tornerò a fare il mio lavoro e continuerò l’impegno in politica. A volte si vince e altre si perde, arriveranno altre occasioni. Sono convinto di aver fatto un buon lavoro". Ciolini ieri ha voluto chiudere, almeno ufficialmente, la polemica sugli "amici che non sono stati amici", come ha detto a caldo lunedì sera. "Sono frasi che si dicono in quei momenti, nulla di più".

Anche nel centrodestra c’è amarezza, pur nella consapevolezza che la sconfitta di Ceccardi, riducendo i posti in consiglio, aveva reso la battaglia molto complicata. Gianni Cenni (FdI) resta fuori pur avendo fatto il record di preferenze a Prato in tutto il centrodestra e un ottimo risultato anche a livello generale, così come a Daniele Spada (Lega) nono state sufficienti oltre 3mila voti personali. "Purtroppo la legge elettorale ci penalizza – sottolinea Cenni – è come pescare in mari diversi. E’ ovvio che in quello più grande ci sono più pesci. Resta la soddisfazione per la crescita del partito. E’ il frutto del nostro lavoro di squadra, un lavoro che ha dato frutti anche in questa tornata elettorale".

Infine Spada: "Prato paga oltremodo il bizantinismo della legge regionale, c’è amarezza ma anche soddisfazione personale per aver preso tanti voti con una candidatura decisa all’ultimo momento. Ceccardi ha fatto una grande campagna elettorale ma si è scontrata con un muro ideologico. Purtroppo contro l’ideologia si fa poco". Quanto al futuro, la strada sembra tracciata per un ingresso nella Lega: "Vediamo, la disponibilità c’è ma dobbiamo discutere".