Prato, figlio dall'allievo minorenne: attesa per la sentenza

Lunedì 18 riprende il processo per la donna che ha avuto un bambino da un suo allievo

Gli avvocati Mattia Alfano e Massimo Nistri

Gli avvocati Mattia Alfano e Massimo Nistri

Prato, 17 maggio  2020 -  Riprenderà domani al tribunale di Prato l'udienza sulla donna che ha avuto un figlio da un suo allievo, minorenne, al quale impartiva ripetizioni. Sempre per lunedì potrebbe esserci anche la sentenza. Il caso, che balzò nel 2019 agli onori delle cronache, prese avvio dalla denuncia della madre del ragazzino. Suo figlio, 13 anni, aveva avuto una relazione con una donna adulta, già madre di un altro bambino.

Non solo: da quel legame sarebbe nato anche un altro figlio. Gli investigatori della squadra mobile di Prato acquisirono informazioni, testimonianze, e soprattutto i telefoni di lei, l'adulta, e del ragazzino. Ora dopo ora le prove divennero sempre più consistenti, tanto che presto, l'opinione pubblica non s'interrogò più sull'attendibilità o meno della denuncia, ma su come fosse stato possibile tutto questo. Già, perché anche il dna confermò ciò che dicevano le chat, a tratti minacciose, tra la mamma e il suo amante-ragazzino: il secondo bambino della donna, sposata, era davvero figlio di quella relazione nata durante le ripetizioni.

La procura di Prato, davanti a quel fardello di prove sempre più pesanti, chiese e ottenne dal gip Francesca Scarlatti l'arresto della donna, che oggi ha 32 anni. Una misura cautelare (agli arresti domiciliari) che arrivò  il 27 marzo dell'anno scorso, pochi giorni dopo le frenetiche e incredibili scoperte della squadra mobile. Violenza sessuale su minore, l'accusa choc, a cui i difensori hanno sempre replicato che i rapporti cominciarono quando il ragazzo era più grande e pienamente consapevole. Anche il marito è  rimasto invischiato nel caso: sapeva, dicono i magistrati, che quel figlio non era suo ma ha chiuso gli occhi. Tra i tanti interrogativi su questa coppia e tra qualche scivolone giudiziario (non è  stato possibile fare il rito abbreviato per un vizio nella documentazione legale dell'imputata) il processo è cominciato quasi subito, il primo luglio dello scorso anno. Tra perizie, cure, e le tante domande su un caso che sembra uscito da un romanzo. Lei, in aula, ha risposto a quelle dei magistrati e oggi e' 'libera', quanto meno dalle misure cautelari.