Scuola, 150 posti a ruolo Ma non ci sono i professori

Le cattedre resteranno vuote e saranno coperte con supplenti precari. Cgil: "È il fallimento dei concorsi. C’è la crisi così si buttano opportunità"

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Posti a tempo indeterminato nella scuola che resteranno vacanti. Il motivo? Il fallimento dei concorsi per l’abilitazione al ruolo. In Toscana il Ministero avrebbe avuto in programma circa 6400 assunzioni da insegnante di ruolo (scuole di ogni ordine e grado) ma - secondo i dati pubblicati dall’Ufficio scolastico regionale e rielaborati da Flc Cgil - ne saranno coperte solo poco più di 4.000. Questo significa che ci sono oltre 1.850 posti di lavoro pari a quasi al 30% del totale, messi a disposizione dallo stato che non verranno occupati, e che ancora una volta dovranno essere coperti ricorrendo alle supplenze.

A Prato si tratta di 150 cattedre che resteranno scoperte per la mancanza di personale qualificato. Ossia i docenti ci sono, ma sono stati bocciati al concorso per poter accedere all’assunzione. Peccato che quelli stessi docenti che potranno prendere il posto a ruolo saliranno comunque in cattedra da precari.

"I concorsi banditi dallo stato in questi anni non sono stati in grado di abilitare all’insegnamento un numero adeguato di docenti", denuncia la Cgil scuola Firenze e Prato, "tra procedure farraginose, quiz iper-nozionistici più adatti a un format televisivo che alla scuola, ritardi nel concludere le selezioni, criteri di valutazione dei candidati disomogenei fra le commissioni di concorso". E’ un drammatico paradosso: avere posti disponibili per le assunzioni, avere aspiranti docenti formati e con le carte in regola e non riuscire a far incontrare domanda e offerta di lavoro.

"Con l’ulteriore paradosso - aggiunge la Cgil - che saranno proprio quegli stessi docenti esclusi dalle assunzioni a garantire le attività didattiche ai nostri studenti, con incarichi annuali e contratti a tempo determinato. Le conseguenze? I docenti lavorano senza essere stabilizzati e gli studenti ogni anno si trovano professori diversi. Inoltre, in tempi di crisi, rinunciare a oltre 2.000 posti di lavoro stabile è assurdo". Un problema denunciato a più riprese dai docenti pratesi che hanno deciso (una cinquantina) proprio di fare ricorso al Tar contro la commissione regionale che li ha avrebbe dovuti abilitare al ruolo.

"Diverse decine di posti verranno assegnate dalle graduatorie provinciali del precariato anche ai docenti che, come noi, sono stati respinti nell’ambito di questa procedura concorsuale gestita in modo inqualificabile dalla commissione d’esame e dall’Ufficio scolastico", spiegano amareggiati i docenti del battaglione di italiano e storia respinto dalla commissione finita nel mirino delle proteste per la gestione degli esami. "Ci chiediamo con quale legittimità si richiedono agli insegnanti serietà, professionalità, preparazione e dedizione impeccabili, imperniate sul rispetto dell’individuo e sulla valorizzazione dei rapporti interpersonali quando proprio chi gestisce la scuola opera con tutt’altro criterio d’azione?".

Un dato altamente preoccupante riguarda anche gli insegnanti di sostegno: sono oltre 300 i posti in Toscana che non saranno coperti da personale di ruolo, che si andranno a sommare alle altre migliaia di cattedre di sostegno attivate ogni anno con personale a tempo determinato. Insomma in vista dell’inizio dell’anno scolastico ecco che siamo al solito pasticcio con un malumore diffuso. La scuola dopo due anni segnati dalla pandemia avrebbe bisogno di stabilità.

Silvia Bini