Biffoni: "A settembre la scuola deve ripartire. Ma servono gli strumenti"

Lo ha detto il presidente di Anci Toscana e sindaco di Prato Matteo Biffoni, intervenuto in un 'webinar' di Anci Toscana 'Dire e fare'

Il sindaco Matteo Biffoni

Il sindaco Matteo Biffoni

Prato, 13 luglio 2020 - «A settembre si deve ripartire a scuola e non c'è discussione. La sfida non è se ripartire, ma come. Noi siamo pronti, ma dateci gli strumenti e le risorse per fare gli interventi. Capisco i poteri commissariali che sono arrivati a noi sindaci, cosa che ci ha fatto molto piacere per gli interventi scolastici, ma diteci cosa fare e come altrimenti rischiamo di rimanere commissari di noi stessi". Lo ha detto il presidente di Anci Toscana e sindaco di Prato Matteo Biffoni, intervenuto in un 'webinar' di Anci Toscana 'Dire e fare'.

«Siamo concentrati sul futuro - ha ribadito - e su quello che ci aspetta nelle prossime settimane senza negare che, come amministratori, siamo un pochino preoccupati dal fatto che le linee guida che stanno arrivando non ci hanno restituito un sonno tranquillo. Ci sono molti interventi che ci vengono chiesti, stiamo facendo un lavoro per provare ad adeguarsi a quelle che paiono essere le linee guida». Si parla di «riconfigurazione delle aule e del distanziamento dei ragazzi ma anche di servizi, mensa, tutta la parte di socialità che sussiste nella scuola».

La viceministra Ascani, intervenuta al webinar di Anci Toscana ha detto: «Per noi la didattica a distanza è l'extrema ratio, si deve tornare a scuola perché la scuola è molto di più della Dad». In caso di nuovi lockdown locali, ha aggiunto, «per quello che compete a noi daremo delle linee più definite» sulla «didattica a distanza, come deve funzionare, come si può garantire a tutti il diritto di accesso a questa forma di istruzione, sperando di riuscire a limitarla il più possibile anche in casi di nuovo ritorno dell'epidemia». Secondo Ascani «servirà dare garanzia» agli individui «più fragili, in particolare mi riferisco ai soggetti con disabilità grave che nel periodo del lockdown stretto sono stati esclusi in gran parte dalla Dad, cosa che non possiamo permetterci nel caso in cui si dovesse verificare» di nuovo «una situazione del genere».