SILVIA BINI
Cronaca

Quindicimila imprese allo stremo. "Dovete farci riaprire il 18 maggio"

Tutte le associazioni di categoria dal prefetto. E anche il sindaco Biffoni appoggia la richiesta Che non è l’unica: "Servono anche contributi a fondo perduto e l’azzeramento dell’affitto dei fondi"

Luca Giusti (Confartigianato), Claudio Bettazzi (Cna) e Mauro Lassi (Confesercenti) escono

Prato, 9 maggio 2020 - Quindicimila imprese al palo da due mesi. Bar, ristoranti, parrucchieri, estetiste, commercianti: tutti ancora fermi a causa del lockdown. E ora un ultimo, disperato grido di allarme: a rischio c’è la tenuta economica della città. La data fissata dal governo per la riapertura è quella del primo giugno: ancora venti giorni di fermo che - assicurano i diretti interessati - non possono essere sostenuti. Per questo i rappresentanti della categorie economiche - Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato e Cna - insieme al sindaco Matteo Biffoni e al presidente della Provincia Francesco Puggelli, hanno presentato al prefetto Lucia Volpe un documento congiunto per chiedere misure economiche di sostegno, ma soprattutto per domandare di anticipare le riaperture al 18 maggio.

"In questo momento di grandissima difficoltà legata all’emergenza sanitaria - sottolineano i dirigenti delle associazioni di categoria - il sistema delle imprese ha mostrato un grande senso di responsabilità. C’è bisogno di provvedimenti urgenti e straordinari, la prolungata chiusura delle attività rischia di minarne la stessa esistenza con la conseguente perdita di numerosi posti di lavoro. A questo si aggiunge la crescita di fenomeni di lavoro sommerso, abusivo e criminalità. Rischiamo una crisi economica più grave dal secondo dopoguerra". Lo scenario che si prospetta è sconfortante. "Dico con orgoglio che siamo stati tra le prime città a chiudere le attività al pubblico adottando subito misure di contenimento del contaggio. Se la curva dei positivi resta bassa come in questi ultimi giorni, Prato è pronta a una ripartenza del commercio e delle attività di somministrazione fin dalla prossima settimana", conferma il sindaco Biffoni. Tra le richieste presentate al prefetto, che si è impegnato a consegnare il documento nelle mani del premier Giuseppe Conte, c’è la richiesta di ottenere contributi a fondo perduto, la cancellazione di tasse e tributi, l’azzeramento dell’affitto nel periodo di chiusura delle attività e il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali per almeno due anni.

«I 25.000 euro promessi dal governo sono insufficienti, appena il 2% delle domande presentate in banca è stata accolta e comunque si tratta di misure che non rispondono alle esigenze di chi da due mesi è senza lavoro, servono contributi a fondo perduto", aggiungono i rappresentanti delle associazioni. Infine le categorie hanno chiesto al prefetto di aumentare i controlli in città: "Le nostre imprese sono sicure, invece si tende a puntare il dito contro negozi e ristoranti dipingendoli come luoghi di diffusione del virus. Il rischio è troppo alto: un altro fermo sarebbe catastrofico per questo chiediamo con forza maggiori controlli". © RIPRODUZIONE RISERVATA