"Parco e Soccorso, i soliti cantieri. Che non partiranno"

Il blogger: "Mi auguro che il sindaco non tenga Prato in ostaggio su progetti pensati nel 2014. E che di giungle urbane non si parli più"

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Leggendo i quotidiani pratesi in questi giorni difficile non notare di come il 2023 venga presentato quasi sempre come l’anno giusto per l’inizio dei cantieri delle grandi opere volute da questa amministrazione: il sottopasso del Soccorso e il Parco Centrale. È stato così anche per il 2022, per il 2021 e così via. Consapevole del fatto che, come accaduto gli altri anni, non partirà nessun cantiere, approfitto di questo spazio per lanciare un messaggio chiaro e trasversale a tutti coloro che, fin da ora, sono coinvolti nella scrittura di quel nuovo capitolo per la città che prenderà forma dal 2024 in poi. Arrivati a questo punto, con una città che si ritrova ad affrontare i soliti problemi di dieci anni fa, mi auguro solo che il sindaco e la sua giunta non abbiano intenzione di tenere in ostaggio Prato e i suoi cittadini su dei progetti pensati nel 2014 e non ancora iniziati. Mi chiedo quindi se abbia ancora senso ostinarsi ad inseguire un’idea di città nata ormai dieci anni fa che, peraltro, non è riuscita ad andare oltre ai rendering. La Prato che viviamo oggi è diversa da quella che avevamo immaginato eppure, come ho scritto prima, gran parte dei problemi sono gli stessi di allora. Il modo in cui la pandemia ha cambiato le abitudini delle persone, le conseguenze della guerra in Ucraina sul prezzo delle materie prime e sulle tempistiche dei cantieri e le evoluzioni recenti e inaspettate della nostra città, ci impongono una netta riflessione su cosa vogliamo che Prato diventi.

Un nuovo decennio da affrontare con una mobilità ormai al collasso, con infrastrutture da ripensare, con uno sviluppo e con una pianificazione di area vasta da portare avanti con Firenze e Pistoia, con interi quartieri e frazioni da rilanciare e con un distretto manifatturiero con gli annosi problemi di sfruttamento e di legalità da risolvere. Il futuro di Prato passa soprattutto da qui mentre, per fortuna, le giungle urbane tra qualche tempo saranno un passato recente di cui nessuno vorrà più sentir parlare.

Jonathan Targetti