"Sto meglio ma stamani è stata dura. Venire qui mi ha fatto tornare il magone. Non lo faccio non solo per me, ma per tutte le donne. Anche per Giulia Cecchettin". Martina Mucci non è voluta mancare alla prima udienza che ha visto salire sul banco degli imputati i suoi aguzzini. Primo fra tutti il suo ex, Emiliano Laurini. Lui che ha ingaggiato i due picchiatori che le hanno teso l’agguato sotto casa sfasciandole il viso di botte. "Lotto per le donne, perché si facciano coraggio, perché denuncino. Purtroppo anche io non ho denunciato subito, quando c’erano già i segnali. A volte non ce ne rendiamo conto, tralasciamo alcuni particolari che però sono significativi. A me è andata bene, sono ancora viva. Purtroppo altre donne non hanno avuto la mia stessa fortuna".
Martina non ha avuto paura di trovarsi faccia a faccia con Laurini, nella stessa aula dopo mesi che non lo vedeva.
"Non l’ho guardato – ha aggiunto – Ammetto che ero agitata. Rivederlo dopo tutto quello che è successo mi creava ansia. Lui non ha cercato il mio sguardo. Fissava in basso, come è nella sua indole. Non so come andrà a finire ma sicuramente non troverò più la pace di prima. Ancora ho paura a uscire da sola, a trovarmi accanto a un uomo. Per fortuna ho il lavoro che mi aiuta. I colleghi sono meravigliosi. Mi hanno sostenuto per pagare le cure ai denti. E’ stato un percorso lungo e molto costoso. Ora voglio giustizia per quello che ho passato. Il dolore che ho provato non me lo toglierà nessuno, nessun giudice, nessuna condanna".
"Ringrazio di essere viva e voglio dare voce agli altri – ha proseguito la donna –. Mi ha salvato l’amore vero: la mia famiglia, i miei colleghi, il mio lavoro. Ho vissuto il caso di Giulia Cecchettin con tanto dolore e rabbia, sto lottando anche per lei. Sto lottando per tutte le donne, voglio dare forza a tutte. Voglio dare loro forza e dire che devono scappare al primo minimo allarme della violenza e dello schifo, passatemi il termine. Anche io mi ero accorta di qualche segnale, ma purtroppo non gli ho dato peso".
"Visto che siamo in tema, mi preme dire che in questo caso ci sono stati i cosiddetti ’campanelli di allarme’ – ha aggiunto Costanza Malerba, legale della donna e dei suoi genitori che si sono costituiti parte civile – Le conseguenze sarebbero potute essere ben più gravi".
"Sulla perizia psichiatrica a Laurini non abbiamo nulla da dire – ha sottolineato l’altro legale di Martina, Federico Febbo – La cosa più importante, come parte civile, è che non sia stata disposta un’altra consulenza sulle lesioni riportate da Martina. Per noi già questo è un buon punto di partenza".
Laura Natoli