Macrì e la Multiutility: "Più servizi, meno politica. La Borsa non sia la scusa per bloccare il progetto"

Il presidente di Estra entra nel dibattito sul futuro della holding "L’idea deve allargarsi ai territori e ridefinire la governance: riuscirà davvero se saremo tutti uniti". Le scelte strategiche.

Macrì e la Multiutility: "Più servizi, meno politica. La Borsa non sia la scusa per bloccare il progetto"

Francesco Macrì, presidente di Estra, parla del futuro della Multiutility toscana

FIRENZE

Più servizi, meno politica, la Borsa non sia la scusa per bloccare tutto. Nei giorni in cui il sismografo registra scosse, non solo di assestamento, sul fronte Pd-Multiutility Francesco Macrì, presidente di Estra, chiede l’ampliamento del progetto ai territori e un’altra governance.

Qual è lo stato della multiutility toscana. Si è impantanata?

"Il progetto nasce su basi concettuali e strategiche valide, ma rischia di fermarsi nel caso in cui prenda una deriva managerialmente verticistica o si concentri troppo sugli aspetti finanziari. Può ancora decollare a condizione che venga realizzato un progetto diffuso, anche in termini di governance".

Non solo il potere concentrato sull’asse Firenze-Prato?

"Sarebbe un ulteriore sbaglio pensare ad una multiutility concentrata su pochi soggetti amministrativi e politici".

Le nuove sindache di Firenze e Prato hanno un’idea meno finanziaria e più di servizio...

"Hanno ragione: il progetto multiutility deve avere l’obiettivo di migliorare i servizi, abbassare le tariffe e trovare le risorse per la transizione ambientale. Questo è ciò che interessa famiglie e imprese. Poi è chiaro che gli investimenti devono trovare la copertura finanziaria più efficiente possibile: aspetto di primaria importanza".

Pensa che l’ad Irace resterà al suo posto? E se sì, dovrà cambiare il suo piano industriale?

"Non compete a me fare queste valutazioni. Dico solo che il top management - in primis il sottoscritto, così come Irace – deve fare la sua parte, maturando una forte sensibilità e attenzione nel raccogliere le istanze e i suggerimenti dei soci".

La quotazione in Borsa è indispensabile?

"E’ uno degli strumenti per finanziare la crescita e ha il pregio di rappresentare un percorso di ‘pubblicizzazione’ di un’azienda, visti i profili di trasparenza che vengono richiesti, e non di privatizzazione".

L’idea del management…

"Non devono fare forzature e prendere atto delle sensibilità di tutti, sia politiche sia amministrative. La priorità dev’essere concentrarsi su una riprogettazione della multiutility. Definito il piano industriale, penseremo agli strumenti per sostenerlo".

Senza quotazione che possibilità intravede, l’accesso al sistema bancario?

"Gli strumenti di finanziamento possono essere diversificati. L’importante è non fare di questo tema un pretesto su cui portare in stallo il progetto".

Le critiche di Tomasi sul Pd ’ingombrante’ le condivide?

"Non entro nel dibattito politico".

Il voto alle comunali ha fatto saltare l’asse prospettato un anno fa da Nardella e Biffoni?

"La buona riuscita di questo progetto dipenderà dalla capacità di lavorare insieme, al di là dell’appartenenza politica e degli scontri ideologici. Il mio impegno non è cambiato alla luce delle ultime elezioni".

Coingas sembra rimasta con il cerino in mano. Siena avrebbe ottenuto di più con il suo 25%.

"Premesso che gli interessi di Arezzo e Siena a mio avviso coincidono, Estra ha, e continuerà ad avere un ruolo strategico per la multiutility. Siamo l’azienda che gode del più alto riconoscimento sul mercato tra quelle coinvolte nel progetto, oltre a rappresentare circa il 55% del fatturato. Gli investimenti degli ultimi anni non meritano di essere sprecati: sono un patrimonio da cui partire per la creazione della nuova realtà".

Eppure frizioni ce ne sono…

"Non ho condiviso – così come Coingas - alcune scelte di Alia, i distacchi di personale Estra, in contrasto con l’idea originaria di multiutility e che indeboliscono Estra. Ci stiamo confrontando: mi auguro si arrivi ad un ripensamento più in linea con il progetto iniziale".

Si sente all’ angolo?

"Non sono su un ring, il mio obiettivo è ricercare la massima coesione di intenti, ma non si può pretendere che condivida azioni che sviliscono il patrimonio di Estra".

Erika Pontini