
La farina di castagne c’è. Annata di buona qualità. Nuova beffa per gli aiuti
Come tradizione vuole, dicembre ha il sapore della farina di castagne, in Val di Bisenzio, una vera opera d’arte che viene realizzata con settimane di duro lavoro e tanta maestria da parte di tutti coloro che sono coinvolti nel processo di produzione, a cominciare da chi si prende cura dei castagneti, fino a chi si occupa dell’essiccazione e al mugnaio, seguendo le direttive del disciplinare approvato nel 2006. Ha fatto tremare tutti l’annata difficile dal punto di vista meteorologico, che ha messo a dura prova o addirittura annullato diverse produzioni locali, come l’olio: sulla castagna ci son state difficoltà, ma non eccessive, come ci hanno spiegato i produttori.
"Oltre all’aridità estiva – spiega Fabrizio Giraldi, uno dei maggiori produttori della Val di Bisenzio – c’è stata tutta l’umidità nel periodo di maturazione: le castagne sono cadute prima, senza essere ancora maturate, quindi più piccole e acerbe. La farina ottenuta perciò non è proprio ai massimi livelli, ma comunque buona. E’ ancora meno abbondante, ma non pochissima". Sui problemi delle stagioni climatiche fuori dall’ordinario punta il dito anche il presidente dei castanicoltori della Val di Bisenzio, Alessandro Bracci. "L’umidità della primavera ha favorito le muffe – spiega – poi è mancata l’acqua in estate, per risultare eccessiva nel periodo della raccolta. Problemi che hanno influito maggiormente su alcune zone, dove è tornato a farsi vivo ad esempio il cinipide o dove lo Gnomo Gnosis, che è una muffa e quindi favorito dall’umidità, è stato in crescita". Ma, al di là delle criticità climatiche, il fatto che fa più arrabbiare i castanicoltori locali è il nuovo bando della Regione per aiutare il settore, che ancora una volta esclude la Val di Bisenzio per favorire territori che dal punto di vista agricolo son ben più ricchi.
"Eravamo felici – spiega Bracci – perché finalmente potevano arrivare aiuti anche agli hobbisti per la cura dei castagneti. Un aiuto concreto, che per alcuni proprietari poteva arrivare anche a mille, milleduecento euro. Invece il bando uscito per la ’Tutela delle colture arboree a valenza ambientale e paesaggistica’ è rivolto solo alle zone dove si producono Dop e Igp, quindi Mugello, Monte Amiata, Lunigiana, Garfagnana, Caprese Michelangelo. La Val di Bisenzio viene tagliata fuori: siamo davvero amareggiati per l’ennesima beffa della Regione". Il bando, pubblicato il 29 novembre e in scadenza il 29 dicembre, è finalizzato a "preservare le importanti funzioni ambientali e paesaggistiche svolte dalle colture arboree, in particolare oliveti e castagneti da frutto, e prevenire il rischio di abbandono, prevedendo un sostegno economico per gli agricoltori che si impegnano ad effettuare le operazioni colturali necessarie".