Dalla parte degli invisibili: "Cibo, acqua e visite per chi non ha più nulla"

Volontari della Cisom di Montemurlo portano pasti caldi, coperte e frutta fresca ai senzatetto di Prato ogni giovedì sera. Un gruppo di medici offre visite mensili per controllare le loro condizioni di salute. Un gesto di solidarietà che aiuta a far sentire meno invisibili i più bisognosi.

Il grande freddo non è ancora arrivato ma l’aiuto serve sempre. Fra le luminarie della città, ogni giovedì sera, puntuali con il furgone viaggiano i volontari della Cisom di Montemurlo che portano un pasto caldo e coperte ai clochard a Prato. L’associazione conta circa 42 volontari e c’è poi un sottogruppo di 25 persone che è la vera e propria "unità di strada" e comprende anche volontari delle sezioni di Cantagallo e Luicciana. Alessandro Santini è il coordinatore del gruppo che ci ha mostrato il giro notturno.

"La sera stessa – spiega Santini – passiamo dai locali che donano, ormai da anni, alcuni prodotti invenduti come schiacciatine ripiene, panini, brioche. Noi aggiungiamo la frutta fresca, l’acqua in bottiglia, prepariamo i thermos di thè caldo e partiamo".

Il giro inizia alla chiesa della Pietà dove da tempo la notte dormono alcuni senzatetto. I volontari dell’unità di strada hanno seguito dei corsi di formazione per approcciarsi a questa realtà di cittadini considerati "invisibili" che popolano tutte le città e il primo obiettivo del giro è quello di sincerarsi del loro stato di salute: "Come stai?" è sempre la prima domanda.

Una volta al mese l’unità è affiancata da un gruppo di medici di Firenze che offrono le loro visite, per capire se i clochard hanno patologie e necessitano di cure. La zona della Pietà ha i suoi senzatetto fissi: c’è una coppia extracomunitaria, ci sono uomini che vivono in auto.

"Lo scenario – prosegue Santini – rispetto ad alcuni anni fa è cambiato, il classico clochard sotto il ponte non c’è più, molti trascorrono la notte in vari punti della città, oltre a tanta gente che vive in automobile o in camper perché non ha più una casa. Non è soltanto una questione di scelta di vita ma dettata dall’aver perso il lavoro e la famiglia. Di giorno usufruiscono della mensa La Pira e del servizio docce, la notte hanno la loro automobile o camper".

Non sempre l’accoglienza dei volontari Cisom è stata positiva da parte dei senzatetto: "Alcuni – racconta un volontario – a volte ci hanno tirato dietro la busta, oppure sono indifferenti. Molto dipende dalle loro condizioni psico-fisiche. Noi, per prima cosa, dobbiamo sempre cercare di agire in sicurezza e poi conquistare la loro fiducia".

Alla stazione centrale raramente ci sono persone a dormire ma c’è il "gruppo" che attende i volontari Cisom per ricevere la busta con la frutta fresca e i panini. Molto gradito è il thè caldo: qualcuno arriva a piedi, altri in bicicletta e tutti prendono qualcosa e ringraziano.

M. Serena Quercioli