No dad: libri, computer e banco in strada. La sfida delle bambine: "Non ce ne andiamo"

Hanno 7 anni e vogliono tornare in classe a tutti i costi. Così ormai da una settimana si piazzano nel parcheggio delle Meucci. E da lì fanno lezione

Protesta Dad

Protesta Dad

Prato, 21 marzo 2021 - Non importa se tira vento, se la mattina alle 8,30 la temperatura esterna è ancora di pochi gradi oppure se il sole abbaglia lo schermo del computer che riflette e diventa scuro. Loro proseguono imperterrite. "Mamma sono tanto contenta. Grazie". Parole che valgono più di ogni sacrificio imposto dallo stare cinque giorni di fila per quattro ore consecutive a seguire le lezioni di scuola da un parcheggio per dire "no alla didattica a distanza". Per dimostrare le proprie ragioni con sacrificio, perché tutti capiscano che questa non è una protesta dettata da un puro spirito di ribellione, ma dal vero disagio che bambini e ragazzi stanno affrontando in questo difficile anno di pandemia.

A sette anni queste alunne hanno già capito cosa vogliono fare: andare a scuola. Per loro la scuola è tutto e sono pronte a tutto perché le istituzioni cittadine lo capiscano. Sono pronte anche a fare lezione nel parcheggio della scuola, all’aperto, sfidando vento e freddo. Una protesta tanto silenziosa quanto forte quella che tre famiglie di altrettanti bambine che frequentano la scuola elementare Meucci portano avanti da una settimana senza nessuna resa, nemmeno di fronte alla polizia municipale che chiede di esibire permessi e ricorda che sul suolo pubblico non è possibile sostare. A rotazione, col passare dei giorni, si sono aggiunti anche altri compagni di classe. "Ho comunicato alla Sori che avremmo occupato questo spazio, ma non esiste alcuna licenza per la dad", dice Silvia Giagnoni, mamma di una delle tre bambine che da lunedì si ritrovano puntualmente alle 8,30 davanti al parcheggio della scuola Meucci per seguire le lezioni in collegamento con la classe virtuale. Con l’ingresso di Prato in zona rossa la loro scuola, come tutte le altre, è stata chiusa. Ma loro non ci stanno e non ci stanno queste famiglie disposte a sacrificarsi ogni mattina. La solidarietà non manca, così come non mancano i controlli (due visite dei vigili in una settimana). Persone che abitano nella zona di viale Galilei si fermano a chiedere cosa stanno facendo tre bambini in un parcheggio seduti davanti a scrivanie portatili con le cuffie in testa. Altre mamme si avvicinano: "Bravi, avete grande coraggio", dicono ai genitori che a turno restano con gli alunni della seconda primaria della Meucci per assicurarsi che tutta vada per il meglio. "L’impegno è tanto anche perché ho altri due figli. Il fratellino più grande lo porto qui con me e la sorella davanti alla scuola, il più piccolo resta a casa con la nonna. Mia figlia è tanto contenta e fino a quando lei sarà serena continueremo con questa protesta", dice Silvia Giagnoni, mamma battagliera che promette di restare di picchetto nel parcheggio anche la prossima settimana. Un cancello di ferro divide i bambini da quella che era la loro classe.

I piccoli seguono la lezione con le cuffie in testa per sentire la voce della maestra senza essere distratti dai tanti rumori esterni. Il computer è sistemato sul banco insieme al quaderno per gli esercizi. Un ombrello è a portata di mano per riparare da sole che ad una certa ora della mattina picchia sullo schermo e impedisce di vedere. "La dad non è scuola, le classi sono luoghi sicuri. Chiudendo le scuole stiamo facendo un grandissimo danno ai nostri figli". Le mattinate per Silvia Giagnoni e le altre due mamme che la seguono nella protesta iniziano presto: organizzare una lezione all’aperto non è facile. Sedia, banco, ombrello, cartella, merenda. Tutto sarebbe a portata di mano in casa, ma loro non hanno intenzione di mollare. "Mia figlia vuole stare qui e mi ringrazia. Le scuole chiuse sono un colpo al cuore. Costringono i nostri figli a stare isolati davanti ad un computer". Anche a sette anni l’amicizia e lo stare insieme sono più forti del freddo e della fatica di fare scuola con un banco volante piazzato sul marciapiede. Una bella lezione per tutti.