REDAZIONE PRATO

Costa cara la sparatoria nella tavola calda

Otto anni per tentato omicidio a un cinese di 33 anni che aprì il fuoco contro un connazionale. Indagini su un giro di prostituzione minorile

Otto anni di reclusione per tentato omicidio. E’ una condanna pesante quella inflitta ieri dal giudice per l’udienza preliminare di Firenze nei confronti di Yang Xinquan, cinese di 33 anni difeso dall’avvocato Alessandro Fantappiè, che nel gennaio del 2021 entrò in una tavola calda di via dei Fossi a Tavola e sparò quattro colpi di pistola nei confronti di un connazionale, Cai Xiangbing, 38 anni, da tutti conosciuto come il Monaco, che nel processo in rito abbreviato si è costituito parte civile assistito dall’avvocato Tiziano Veltri.

Un brutto episodio di sangue che avrebbe potuto avere conseguenze ben peggiori. Yang Xinquan sparò in direzione del Monaco ferendolo a uno zigomo. Per fortuna, non rimasero coinvolte altre persone. Da quella sera sull’episodio indagano i carabinieri del Nucleo investigativo di Prato che hanno inquadrato la vicenda in un giro di prostituzione minorile. L’inchiesta non si è chiusa con la condanna di Yang Xinquan, ma le indagini sono ancora in corso alla Dda in quanto il reato – la prostituzione minorile – è di competenza distrettuale. Yang Xinquan è stato condannato a otto anni in rito abbreviato (con lo sconto di un terzo della pena) e al pagamento di una provvisionale di 8.000 euro nei confronti del Monaco che sporse denuncia in seguito alla sparatoria. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, tutta la vicenda va collocata in un quadro più ampio che, andando a ritroso nel tempo, parte dall’inchiesta pratese sullo sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione di alto bordo negli hotel della città, e si collega alla sparatoria alle Cascine di Tavola e alla violenta rissa in una stanza del Wall Art. Una guerra fra bande per il controllo delle attività illecite e del territorio scoppiata in seguito agli arresti della nota inchiesta Chinatruck, in cui è contestata l’aggravante del metodo mafioso e il cui processo è ora in corso.

La sparatoria sarebbe scaturita proprio nell’ambito della prostituzione cinese in quanto la vittima avrebbe difeso una ragazzina dai suoi sfruttatori. Il capo dei protettori si sarebbe poi vendicato facendo fuoco contro il Monaco che si sarebbe intromesso in faccende che non lo riguardavano. Le indagini della Dda vanno avanti ancora nel massimo riserbo. Il sospetto è che dietro la sparatoria ci sia un giro di prostituzione minorile, ragazzine non ancora maggiorenni fatte arrivare dalla Cina per essere mandate a prostituirsi.

Laura Natoli